BOLOGNA – “L’ospedale di Imola verrà trasformato in una struttura di media intensità di intervento? Spero di sbagliarmi, ma proprio per fare chiarezza depositerò un’interrogazione in Regione per spazzare via ogni dubbio, chiedendo inoltre quanti soldi sono stati spesi negli ultimi anni in traslochi di reparti da un piano all’altro”.
Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega Nord punta il dito sui lavori di ristrutturazione dell’ospedale di Imola e chiede garanzie per il futuro della struttura.
“Si sono da poco conclusi i lavori di ristrutturazione del terzo piano e entro settembre verranno rivoluzionati anche il quinto e il sesto. Stiamo assistendo – spiega Marchetti – all’ennesimo spostamento di reparti visto negli ultimi anni, ma a preoccuparci maggiormente, è ciò che verrà fatto al quinto piano: un’area post acuti che prenderà il posto dell’attuale lungodegenza. Perché ci preoccupa? La risposta è semplice: è ormai noto che le linee di riorganizzazione della Regione Emilia-Romagna, impongono un sempre maggiore utilizzo della logica Hub & Spoke. Per fare un esempio – chiarisce -: nella logica Hub & Spoke, troviamo gli ospedali che offrono le cure migliori (Hub), come ad esempio per la Cardiologia, l´ictus, il trauma grave, la Neurochirurgia e l´Oncologia, mentre tra i cosiddetti “Spoke” abbiamo i centri ospedalieri a media intensità di intervento, che graviteranno intorno ai grandi centri specialistici, seguendo il paziente, gestendone le condizioni cliniche nel tentativo di stabilizzarle”.
“Ecco – attacca Marchetti – il nostro timore è che l’area post acuti rappresenti il primo passo verso questa logica, un’area per gestire le condizioni cliniche nel tentativo di stabilizzarle. L’ospedale di Imola dunque verrà trasformato in una struttura di media intensità di intervento? Spero di sbagliarmi, ma proprio per fare chiarezza depositerò un’interrogazione in Regione per spazzare via ogni dubbio, chiedendo inoltre quanti soldi sono stati spesi negli ultimi anni in traslochi di reparti da un piano all’altro”.
“Senza contare – conclude – che non possiamo non ‘sposare’ le preoccupazioni del personale sanitario che teme un nuovo sovraccarico di lavoro per fare fronte all’apertura della nuova area post acuti che andrebbe a ripercuotersi pesantemente sul personale infermieristico già sotto organico”.