Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Silvia Smaug Amelie sul problema conigli di Imola e sulla relativa ordinanza comunale emessa.
Qualche giorno fa un’amica mi ha chiesto se ero informata della situazione conigli ad Imola. Non lo ero e così ho fatto una ricerca ed ho scaricato l’ordinanza comunale dal sito. L’ho letta, poi l’ho riletta e riletta. E resto profondamente perplessa. Tale ordinanza parla di una trentina di conigli stabilitasi nella zona industriale di Imola e che tale numero é destinato ad aumentare, vista la prolificità della specie. Per questo motivo si devono prevenire “problematiche di tipo sanitario e di possibile pericolo per la circolazione stradale” (cito testualmente). Mi sfugge qualcosa, sono trenta conigli o trenta cinghiali???? In tutta Europa si stanno urbanizzando animali normalmente selvatici, è un fenomeno diffuso per vari motivi. A Francoforte convivono con i conigli “urbanizzati” dal 1930 e a Berlino dal 1989, quando con il crollo del muro i conigli, che avevano colonizzato la striscia neutrale tra est e ovest, si sono sparsi per tutta la città. Ma vogliamo paragonare forse l’incredibile traffico della zona industriale di Imola con Francoforte o Berlino??!! Sia mai. Ad ogni modo l’università di Francoforte ne ha fatto oggetto di uno studio approfondito mentre a Berlino li amano talmente tanto che, quando qualche stupido disegna sui muri una svastica (purtroppo accade ancora), gli street artists coprono tale scempio con un murales, spesso di conigli, su richiesta solitamente degli stessi proprietari degli immobili. A Imola invece mobilitiamo l’Asl veterinaria e la Polizia provinciale per catturarne “il maggior numero di esemplari con mezzi idonei ad evitare qualsiasi sofferenza” (Cit.) E va bene, cerchiamo di ridurre la sofferenza. Ma poi cosa si legge? Che tutto questo viene fatto per “trasportare e collocare i conigli catturati presso Azienda Faunistico Venatoria …omissis…” E’ uno scherzo? Li togliamo dalla strada e li portiamo ad un privato che vive sul fatto che gli sparino? Anche ai meno animalisti non sfuggirà l’impegno economico che si sosterrà con denaro pubblico per tale operazione, soldi pubblici per portarli gratuitamente ad un privato che ci guadagna sopra? “Dato atto che si è acquisita la disponibilità della Azienda Faunistico venatoria .. omssis…per la collocazione degli animali catturati che potranno essere liberati e vivere in condizioni ottimali allo stato brado” Ma davvero? Condizioni ottimali in una riserva di caccia??? Ragazzi, lì si spara!!!!!! Ho omesso il nome dell’azienda perché non è mia intenzione mettere in cattiva luce un’azienda che non conosco ma che sicuramente rispetta le leggi e l’ambiente. A molti sembrerà strano ma non tutti i cacciatori sono bracconieri criminali. Ci sono cacciatori che amano e rispettano la natura nel suo profondo equilibrio, senza cadere nel buonismo della compassione per il singolo esemplare che uccidono e poi, si spera, mangiano. Ma volete mettere un bel piatto di tagliatelle con la lepre? Tuttavia nel leggere che questa azienda ha dato la sua disponibilità ad accogliere i conigli, io che sono molto strana, continuo a sentire nella mia testa la vocina di gatto Silvestro che dice a Titti : ” Vieni a vivere da me caro, che ho tanto posto a casa mia e puoi volare libero e felice!!” Scusate, ma davvero non si può fare nulla di meglio con i soldi pubblici? Mi è stato riferito che anche Faenza si è voluta liberare dei conigli che abitavano da anni nel parco. Ma non li hanno mica portati in zona di guerra! Li hanno affidati ad una volontaria che se ne sta occupando personalmente e con soldi propri, tra l’altro. Se possiamo uscire dallo stereotipo del “cacciatore/assassino” possiamo uscire anche da quello dell’ambientalista estremista vegano, occupato solo a fare proseliti polverizzando le scatole di chiunque abbia la malaugurata idea di rivolgergli la parola? C’è tanta gente di buon senso e disponibile al confronto. Sono state interpellate le molteplici associazioni imolesi? Si sono valutate soluzioni alternative e magari a lungo termine, visto che è un fenomeno in essere in tutta Europa e che, ragionevolmente, si ripresenterà in futuro? Si potrebbe per una volta aprire un dialogo sereno e ragionevole, prima di sprecare soldi pubblici e trovare soluzioni palliativo, oltretutto piuttosto discutibili?
Grazie per l’attenzione.
Silvia Smaug Amelie