“Imola al centro della cronaca nazionale in questi giorni per le modifiche introdotte al ‘Regolamento comunale delle pubbliche
Affissioni’. Al centro della discussione la scelta di vietare, oltre a possibili frasi che possano incitare al gioco d’azzardo, anche le forme di pubblicità ammiccanti e in qualche modo volgari. “Tolleranza zero verso pubblicità lesive della dignità della persona e verso comunicazioni ambigue e scorrette sul gioco d’azzardo”- Sono queste le parole dell’assessora Elisabetta Marchetti.
La presa di posizione di palazzo Matteotti ha fatto scalpore in tutta Italia perché se ben ricordiamo quando la DC cercava di regolamentare la questione sessualità le interrogazioni su come gestirla erano sempre infinite. Chi è che può stabilire infatti qual è il limite del pudore? E quale quello della censura?
La tematica è importante in quanto tocca le corde della sensibilità e dei valori di ognuno di noi e deve aprire a delle riflessioni profonde: i nostri bambini- viene subito da chiedersi – come cresceranno leggendo questi incitamenti? Spesso, purtroppo, si tratta di ambiguità che incitano all’acquisto …
Un limite civilmente assodato c’è ed è già penalmente perseguito. Sappiamo che gli atti osceni in luoghi pubblici ad esempio sono vietati, nonostante questo c’è chi ancora li fa, come i due che amoreggiavano in pieno giorno nei pressi della stazione e che si sono beccati una bella multa da 10mila euro a testa. Ma questa è una situazione oggettiva. La linea di demarcazione sottile è tra educare al rispetto e ricorrere alla censura.
Il nostro auspicio in questo senso è che la scelta del Comune di Imola sia più un segnale del fatto che si è oltrepassato il limite del tollerabile piuttosto che un ennesimo blocco burocratico.
La cultura del rispetto, come l’educazione contro il razzismo, dovrebbe essere infatti percepita anche sul tema di genere: non è forse vero che proporre pubblicità così volgari non soltanto classifichi la donna come oggetto, ma faccia apparire l’uomo come un bruto animale? E’ offensivo nei confronti di entrambi.
“La bellezza è una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere”- diceva Oscar Wild
COME SAREBBE BELLO SE non ci fosse il bisogno di dover ricorrere a modifiche delle regole per evitare situazioni lesive della dignità dell’essere umano, ma le persone
sapessero regolarsi da sole usando un po’ di “caro vecchio buon gusto.”
Ass Tommaso Moro