Dopo che il Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto il ricorso presentato da 25 cittadini contro la classificazione acustica approvata nel dicembre 2015 dal Comune di Imola e inserita nel Piano strutturale comunale (Psc), da Piazza Matteotti non si fermano e ricorrono al Consiglio di Stato prelevando dal fondo di riserva 35 mila euro.
L’ennesima giravolta dell’amministrazione Manca che all’indomani della bocciatura del TAR dichiarava che sostanzialmente era meglio così in quanto in questo modo avevano le mani libere… della serie loro cadono sempre in piedi. Puntualmente pero’ è arrivato il ricorso al Consiglio di Stato dove i cittadini pagheranno altri danari aggiunti ai 15 mila che il Comune ha già pagato per le spese processuali del Tar.
In particolare, il tribunale amministrativo aveva sconfessato la modifica che l’amministrazione comunale aveva introdotto per alzare il livello di rumori consentiti all’interno del Parco delle acque minerali e nelle zone a ridosso dell’autodromo, parificandole, secondo la normativa nazionale, ad “aree in prossimità di strade di grande comunicazione, di linee ferroviarie, di aeroporti” e se in un primo momento pareva che la cosa non facesse né caldo né freddo, ( ricordo le spallucce del Sindaco e il rifiuto alla richiesta di dimissioni dell’assessore all’Ambiente Tronconi direttamente interessato alla vicenda ) ora da Piazza Matteotti ne fanno una questione di principio con un forzato ricorso che impegna parte del fondo di riserva di bilancio per l’ennesima battaglia giudiziaria a carico delle tasche dei cittadini.
Simone Carapia
Capogruppo Fi Imola