
La Città metropolitana di Bologna ha sostituito nel 2015 la provincia di Bologna, conta 55 comuni, tra cui Imola ed il suo Circondario. Le città metropolitane hanno assunto le funzioni che avevano le province, cioè pianificazione territoriale e gestione delle infrastrutture; gestione e organizzazione dei servizi pubblici all’interno dell’area metropolitana; mobilità e viabilità; promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
Della città metropolitana di Bologna e dei suoi rapporti con Imola si è parlato venerdì 10 febbraio al meeting del Lions Club Val Santerno con Davide Conte, già assessore alla Cultura ed oggi Assessore Bilancio del Comune di Bologna, e con Ambrogio Dionigi, portavoce del sindaco di Bologna, Virginio Merola. Presenti anche Pierangelo Raffini, Assessore allo sviluppo economico del Comune di Imola, ed Erik Lanzoni, Presidente di IF (acronimo di Imola/Faenza), la nuova società per la promo-commercializzazione del territorio.
Davide Conte ha scaldato la platea lanciando una provocazione: la Città Metropolitana è un problema o un’opportunità? La risposta del relatore è ovvia ritenendo che l’aggregazione di più realtà territoriali porti ad una riduzione dei costi e sia fonte di sinergie diretta a migliorare le necessità del territorio. Un esempio di azione positiva di coordinamento la creazione di un biglietto unico per entrare in tutti i musei dell’area metropolitana, per sollecitare la creazione di percorsi turistici che coinvolgano i beni culturali e artistici dell’intero territorio metropolitano. Stessa strategia per il sistema economico produttivo: avere un bacino industriale ampio consente di poter avere i requisiti per attingere a maggiori risorse finanziarie da distribuire nel territorio. L’assessore Raffini ha sottolineato come il rapporto con Bologna possa essere un’opportunità che ha già avuto qualche concreta espressione nel recepire un progetto di attrazione di imprese nei nostri territori fondato anche su uno status sociale positivo, un ambiente accogliente, servizi efficienti.
Dal pubblico numerose domande che nascono dall’essere la città metropolitana un ente di secondo grado, non eletto direttamente, dal non essere stata consultata la cittadinanza sull’adesione o meno ad essa, dall’accorpamento su Bologna di servizi (la pretura, ad es.), dal non vedere valorizzato, anche in termini di finanziamenti, il fatto che il territorio imolese valga il 30% del Pil metropolitano, mentre gran parte delle risorse viene distribuita su base prevalentemente numerica (ed Imola vale solo il 15% in termini di popolazione), dal fatto che il Circondario imolese, non è un’Unione di comuni, ma un Ente di istituzione regionale che da vari decenni ha coordinato tutte le politiche e la programmazione di Imola e degli altri nove Comuni.
Un dibattito vivace ed articolato, guidato dal presidente del L.C. Val Santerno, Sergio Zanarini, che ha lasciato nei relatori l’impegno a far conoscere meglio le positività della Città metropolitana e nei presenti il desiderio di misurarne nei fatti la positività.
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