É durata 3 anni la vita in solitaria della società BeniComuni e a tutt’oggi, a poche ore dalla fusione con AreaBlu, non è chiaro il futuro che attende al socio di maggioranza:il Comune di Imola.
Partiamo dai 65mila euro più Iva che annualmente la BeniComuni spende per avere in affitto sei locali ad uso ufficio in via Lambertini, contratto di affitto stipulato nel 2013 per la durata di 6 anni, cui si aggiungono i 7 mila e 259 euro annui di spese condominiali. Forse dovevano giustificare l’assurda idea dell’ex sindaco di avvallare l’ok per la costruzione delle due torri ad oggi cattedrali nel deserto?
In BeniComuni è molto delicato anche il capitolo bandi: se l’idea dell’Amministrazione era quella di incentivare le aziende locali, per quale motivo esistono determinati bandi dove gli unici partecipanti invitati sono categoricamente fuori dal territorio imolese? Si veda ad esempio; manutenzione elevatori, rampe per disabili.
Ancora più strano è l’analisi fatta su bandi elaborati nel 2013 per la segnaletica stradale (importo circa 90 mila euro): 5 preventivi, massimo ribasso 5,13%. Stesso bando, stesso importo, anno 2016: 22 preventivi ricevuti ma stesso vincitore del 2013 con ribasso del 56,03%, mentre tutti gli altri 21 preventivi si aggiravano mediamente intorno a dei ribassi del 31%.
Questo modo di utilizzare società pubbliche senza un vero progetto in un ottica futura ha creato clientelismi e investimenti non in linea con il budget messo a disposizione dall’amministrazione comunale, andando continuamente a fare delle variazioni di Bilancio per tappare le falle organizzative nella BeniComuni
Con la nuova super partecipata ci sarà molto da lavorare e molto da controllare.
Movimento 5 Stelle Imola