Cittadini ed Associazioni di Imola, preoccupati per la propria salute sono fortemente contrariati per la recente approvazione da parte della Regione Emilia Romagna della avvenuta concessione ad Hera dell’ampliamento della discarica di Imola. Il 25 ottobre scorso avevano inviato una lettera tramite i propri Legali alla Regione riservandosi azioni e tutela in tutte le sedi consentite contro la prosecuzione della procedura di approvazione dell’ampliamento. Ma oggi la procedura di ampliamento della discarica, che sovrasta l’abitato di Imola e ne dista pochi chilometri, è stata autorizzata.
Nonostante l’Unione Europea, con la Direttiva quadro 2008/98/CE, recepita in Italia con il D.LGS 205/2010, abbia delineato una precisa gerarchia per una corretta gestione dei rifiuti, nella quale lo smaltimento in discarica viene collocato all’ultimo posto delle possibili procedure, la nostra Regione decide comunque di ampliare tale impianto. E’ noto che le discariche sono anche la destinazione finale della maggior parte delle ceneri prodotte dalla combustione di rifiuti, tranne quelle da combustibili solidi secondari (CSS) utilizzati nei cementifici ed utilizzate nella produzione di clinker/cemento. In entrambi i casi, la destinazione finale delle ceneri da incenerimento di rifiuti ha conseguenze ambientali e sanitarie gravi, che vanno dalla contaminazione del suolo (in particolare da metalli pesanti), delle falde acquifere, dell’atmosfera ed inevitabilmente della catena alimentare. Il Position Paper di ISDE Italia sulla “Gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani” pubblicata il 12 Agosto 2015 e disponibile online, riporta una lunga e documentata lista di gravi patologie in popolazioni che abitano in prossimità di discariche. Sono descritti eccessi di mortalità per malattie cardiovascolari, respiratorie, dell’apparato digerente e del sistema nervoso; un aumentato rischio di malformazioni congenite (in particolare difetti del tubo neurale e dell’apparato circolatorio, gastroschisi, e palatoschisi) e di basso peso alla nascita nella popolazione residente entro due chilometri di distanza da discariche di rifiuti. Infine, numerose pubblicazioni segnalano un aumento di tumori maligni del sistema ematolinfopoietico (soprattutto linfoma non-Hodgkin), del fegato e delle vie biliari, del rene, del pancreas, della vescica, dello stomaco, del polmone, della prostata in chi vive in prossimità di queste aree, che rilasciano contaminanti chimici con capacità cancerogena nota, ed una varia ed ampia combinazione di veleni ad elevata tossicità.
Tutte questa documentazione (una quarantina di voci bibliografiche sono riportate di seguito e sono consultabili nel documento ISDE), confuta la visione che ci offre il documento di Hera del 5/2/2016 in particolare sulla “valutazione del rischio per la salute umana”, dove con calcoli astrusi basati su presupposti teorici ormai datati e del tutto discutibili, vorrebbe tranquillizzare il lettore. I presupposti sono che il rischio possa provenire solo per inalazione, e dopo una lunga dissertazione simulata sull’andamento dei venti, valuta il rischio della relazione dose-risposta per persone di 70 Kg di peso e solo per 4 inquinanti: Ammoniaca, Benzene, CVM, Stirene, concludendo che i rischi sono inferiori a quelli della popolazione generale (“il rischio di incorrere in un incidente stradale, è dell’ordine di 10-2-10-3 ovvero di circa 3 ordini di grandezza superiore rispetto al criterio di accettabilità adottato da USPEA” !). Ora visto che la popolazione non è preoccupata solo per questi 4 inquinanti, ma anche per la centinaia di molecole tossiche e cancerogene che la discarica dismette, non solo in aria, ma anche nel suolo, nelle acque e nella catena alimentare e che queste sostanze spesso hanno anche la grave funzione di “Perturbatori Endocrini”, per i quali non è prevista alcuna soglia di dose minima, come Medici per l’Ambiente (ISDE) non possiamo che unirci alle preoccupazioni dei cittadini imolesi.
Il 13 agosto 2015 il Presidente della Regione dichiarò: “abbiamo fatto, in queste settimane, scelte chiare e precise, puntando su riduzione drastica di discariche e inceneritori, autosufficienza e diminuzione dei rifiuti…. drastica riduzione, entro il 2020, delle discariche, come chiede l’Unione Europea..” In realtà il piano per la gestione dei rifiuti della regione Emilia Romagna appare in aperto contrasto con il concetto di Economia Circolare, che non prevede affatto la combustione e la distruzione di risorse ( ed anche i rifiuti possono essere risorse!). Riprendendo la Lettera aperta alla Regione di Bellini–Gentilini del settembre scorso, si legge: “Gli inceneritori, e l’attuale sovra capacità impiantistica, sono un ostacolo all’economia circolare, poiché richiedono una quantità fissa di rifiuti residui da smaltire (in discarica ndr) per i prossimi 20-25 anni”. “La transizione verso l’economia circolare si può realizzare fissando obiettivi molto ambiziosi a medio termine, i.e. rifiuti zero nel 2030: tra gli obiettivi si deve porre una riduzione degli impianti di smaltimento (discariche e inceneritori), fino al loro annullamento e la riduzione dei materiali non riciclabili immessi a consumo”.
Un articolo di A. Amorosi pubblicato su “Libero” il 20 gennaio 2016 riporta i dati di alcuni campionamenti fatti eseguire dal comitato ambientalista «Vediamoci chiaro» in corrispondenza del fiume Rio Rondinella e nei terreni limitrofi alla discarica di Imola. “Hanno trovato i medesimi valori tossici registrati da Arpa: cromo esavalente, arsenico, nichel, (tutti composti cancerogeni e mutageni), solfati e nitriti, in misura dalle tre alle sette volte superiore al valore limite, oltre alla presenza di stagno, piombo, alluminio e manganese”. “La discarica doveva contenere solo rifiuti inerti e non pericolosi ma evidentemente qualcosa di diverso vi è stato sversato illegalmente nel tempo e per quantità rilevanti.” Con questi presupposti la preoccupazione della popolazione non può che aumentare ed i Medici per l’Ambiente (ISDE) della Regione Emilia Romagna si uniscono al coro di disapprovazione e preoccupazione per l’ampliamento della Discarica dei Tre Monti che, in realtà dovrebbe essere bonificata e dismessa nel tempo, se non altro, in ragione del Principio di Precauzione ormai completamente dimenticato e spregiato dagli Amministratori Regionali.
20 Dicembre 2016
Dott. Giuseppe Miserotti Presidente ISDE Emilia Romagna
Dott. Ruggero Ridolfi Presidente ISDE Forlì
Dott.ssa Patrizia Gentilini Comitato Scientifico ISDE Italia