BOLOGNA – “Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare al loro destino le fonti di acqua sulfurea e marziale scoperte all’interno del parco delle acque minerali di Imola nel 1830, per questo ci batteremo in ogni sede per arrivare nuovamente al riconoscimento di acque minerali”.
Così Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega Nord dopo la risposta ricevuta in Aula in merito a una interrogazione presentata in Consiglio Regionale.
“Ad Agosto – spiega Marchetti – presentai un’interrogazione per sapere a quando risalgono le ultime analisi delle fonti di acqua sulfurea e marziale scoperte all’interno del parco delle acque minerali di Imola, se queste fonti risultino ancora attive e in che modo potrebbero essere valorizzate. Si tratta, infatti, di un argomento sul quale ci sono ancora troppi punti non chiari. A quanto si dice, infatti, le fonti vennero chiuse nel 1988 per questioni igieniche, senza entrare mai troppo nel merito. Chiaro che davanti a queste poche comunicazioni il dubbio si è insinuato e oggi molti sono convinti che la chiusura sia collegata all’attività della discarica di Imola”.
“Proprio per questo ho presentato questa interrogazione chiedendo quali furono gli ultimi esiti delle analisi effettuate. E stranamente, nella sua risposta, la Regione non ha fatto alcun cenno a questioni igieniche ma ha semplicemente detto che la concessione per lo sfruttamento delle acque decadde nel 1988 perché non venne adeguata alla Legge Regionale 32/88, quella sulle acque minerali e termali, come richiesto allora dalla Provincia di Bologna”.
“Al momento dunque – chiosa -, per arrivare nuovamente al riconoscimento di acque minerali sarebbe necessario avviare un nuovo iter tecnico per valutare la qualità e le caratteristiche delle acque. Come Lega Nord – conclude – siamo pienamente convinti che un nuovo riconoscimento di queste acque rappresenterebbe una risorsa importantissima per il nostro territorio. Per questo andremo avanti nella nostra azione ispettiva, nella speranza che al comune di Imola venga voglia di effettuare le verifiche necessarie per verificare lo stato attuale di queste fonti”.