IMOLA – In un periodo di crisi economica, perfino un appartamento di proprietà si può rivelare non sufficiente, da solo, a garantire un futuro tranquillo. Lo ha scoperto a proprie spese la Sig.ra Caterina Chiuppi, originaria di Napoli e residente a Imola, con figlio minorenne autistico certificato dalla neuropsicologa e seguito in maniera costante, che si è trovata costretta a mettere in vendita la propria casa dopo che il secondogenito non è stato più in grado di far fronte alle spese per il mutuo.
All’appuntamento per il rogito già fissato con il notaio mancano solamente tre settimane. Per il momento, però, una qualsiasi soluzione non è arrivata da nessuno degli enti ai quali la Sig.ra Chiuppi si è rivolta per chiedere aiuto.
«Ci siamo rivolti prima di tutto all’Asp, per chiedere un alloggio di emergenza, ma la sola proposta che ci è stata fatta è quella di una casa famiglia. Un ragazzo autistico, però, non può abitare in una casa famiglia e di questo abbiamo la certificazione della neuropsichiatra», raccontano. «Abbiamo chiesto ripetutamente anche un incontro con il primo cittadino, ma la sua segreteria ci ha risposto che non riceve. Così ci siamo “intrufolati” in Comune nel corso di un Consiglio comunale, e siamo riusciti a parlare con il sindaco e l’assessore Roberto Visani (cha ha la delega alle Politiche sociali, ndr). Abbiamo lasciato loro il nostro numero di cellulare, però la sola telefonata che hanno fatto è stata quella all’Asp per verificare che quello che abbiamo detto loro fosse la verità». Ultimo tentativo, quello con «la Caritas, ma il direttore ci ha risposto semplicemente “Se trovo qualche cosa vi richiamo”» senza togliere che alla sua domanda al primo appuntamento «chi vi manda qui?» la Signora ha risposto citando il nome della persona in questione, e il direttore stesso ribatte “ah, abbiamo già sbagliato partito”.
La madre, arrivata in città due anni fa a seguito di problemi di salute, per stare più vicina al figlio che già abitava a Imola dal 2008, ha raccontato la loro vicenda anche attraverso un video, pubblicato su Facebook la mattina del 13 settembre e visualizzato in pochissimo tempo da più di 3.100 persone: «Ho cercato di chiedere aiuto, però fino a questo momento non ho ricevuto alcuna risposta», si sfoga. «Sono tre mesi che faccio avanti e indietro, ma nessuno mi ha ancora dato una risposta valida».