Ieri a Monza è stato comunicato l’accordo per il nuovo contratto del Gran Premio D’Italia di Formula Uno, per i prossimi 3 anni, alla ragguardevole cifra di 25 milioni di dollari all’anno, per un totale di circa 68 milioni di euro. Questa è la “tariffa”, per gli autodromi Europei, per avere il “circus”.
Dopo mesi e mesi di parole, di articoli, di carte bollate, di dichiarazioni surreali, di viaggi della speranza, di inutili contratti firmati, la dichiarazione che rispecchia la realtà delle cose, l’ha resa proprio Ecclestone, dichiarando: “ci abbiamo messo due anni per fare una cosa che tutti sapevamo che avremmo fatto”. Ecco, in quel “tutti”, è racchiuso il peggio della politica Italiana e la bassezza di alcuni comportamenti istituzionali. Verrebbe da chiedersi, visto che ci hanno messo due anni per fare un rinnovo di tre anni, se magari non valga la pena di cominciare già a lavorare sul rinnovo del 2019.
Imola rimane a mani vuote, abbandonata da tutti, anche dai rappresentanti dello stesso partito che governa la città e il Paese, a vantaggio incredibilmente di una città ed una regione governate dalla Lega Nord. Ironia della sorte, l’accordo è avvenuto durante il Gran Premio sponsorizzato da un noto marchio di birra Olandese, che proprio nell’autodromo del Santerno, aveva organizzato festival musicali di successo.
Imola dunque non avrà la Formula Uno, non avrà la Moto GP e, nonostante quanto affermato dal Sindaco qualche giorno fa (“Imola con nuovi investimenti continuerà a scrivere pagine importanti dell’automobilismo mondiale”), sarà condannata a mantenere in vita un Autodromo che nell’ultimo decennio è stato un pozzo senza fondo di soldi pubblici, perdendo ogni evento di prestigio che ha contribuito a scriverne la storia.
Ora da una amministrazione seria, ci aspettiamo una profonda riflessione sul futuro della struttura, prendendo in considerazione ogni opzione.
Imola dunque ha perso? Beh, secondo noi ha vinto, o meglio, l’ha scampata bella.
Formula Imola infatti aveva firmato un impegno contrattuale per avere il Gran Premio D’Italia per 5 anni, a patto che fossero disponibili i 12,5 milioni all’anno di contributo dell’ACI, inserito nella scorsa legge di stabilità, impegnandosi quindi per un contratto di circa 115 milioni di euro (stando alle cifre di Monza). E’ curioso il fatto che una partecipata a maggioranza pubblica, che fattura 5 milioni all’anno, possa siglare contratti da 115 milioni, ma tant’è, ed è evidente che il mandante e il “pagatore” fosse Con.Ami e quindi la cassaforte di noi Imolesi.
Alle condizioni stabilite insomma, in cambio di un indiscutibile ritorno di immagine ma di un incerto indotto economico, i costi di organizzazione dei 5 GP, degli interventi necessari ad aggiornare la struttura per un evento del genere, ed il costo del contratto, avrebbero portato in 5 anni, nella migliore delle ipotesi e considerando già anche il contributo “governativo”, ad un passivo per la nostra comunità stimato in circa 50/60 milioni di euro.
Forse non ci si rende conto delle cifre di cui stiamo parlando, impegnati come siamo a cercare di capire se i cassonetti elettronici della “differenziata creativa” si aprono, oppure a contare quanto ci costeranno gli assurdi aumenti di parcheggi, delle strutture sportive, delle rette per l’asilo ecc… Diciamo che, semplificando, si è provato a scommettere il futuro della città sulla ruota di Londra, ma fortunatamente non ci hanno accettato la puntata e quindi possiamo pensare, ancora per qualche anno, di avere i servizi primari in questa città.
La gravità del rischio che abbiamo corso però non ci può lasciare tranquilli.
Mentre Monza per due anni si è appellata ai fondi derivanti dallo Stato, dalla Regione, dalla città metropolitana, dall’ACI nazionale e locale, cercando una quadratura economica durissima, cosa abbiamo fatto noi? Noi siamo di Imola, noi andiamo a firmare con le casse del Con.Ami, senza un impegno economico della Regione, senza un impegno della città metropolitana, noi possiamo, noi siamo superiori.
Eh no, noi non siamo superiori, noi siamo governati da gente pericolosa, che pur di avere un evento si venderebbe anche la mamma, non la loro ovviamente.
Movimento 5 Stelle Imola.