Perché parlare di cooperazione a IMOLA? Parlare di cooperazione a IMOLA significa parlare del tessuto stesso dell’economia, delle sue maglie portanti, di servizi, di beni comuni, di gestione del territorio, della produzione in senso lato.
In questo periodo di pesante crisi economica, segnata da fallimenti, disoccupazione e precariato, si impone la necessità di mettere al centro la visione di uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile. Farlo senza mettere in discussione gli errori e le storture del recente passato e del presente, significa condannarsi a un futuro insuccesso.
Questo lo dobbiamo ai soci delle cooperative, ai loro dipendenti ed ex dipendenti, ai cooperatori, a tutti i sostenitori di un modello di sviluppo che sia socialmente sostenibile anche per la collettività. Un modello che non sia utile esclusivamente ai dirigenti delle cooperative, pronti a saltare da una nave all’altra, dopo averla fatta affondare, per incrementarsi lo stipendio e i benefit, pronti a saltare in politica per presidiare i benefici propri e di qualche amico o di qualche impresa.
In questa città troppi cooperatori e troppi dipendenti di cooperative sono rimasti senza occupazione e senza un futuro. La loro disattenzione e la loro buona fede sono state strumentalizzate da chi li ha abbindolati, nel mito di uno sviluppo indeterminato e infinito, basato sul consumo di suolo progressivo e interminabile.
Ora che la crisi edilizia morde, la risposta del sistema cooperativo non può essere la banale autodifesa e l’aggressione dei beni pubblici, nella gestione della sanità, nella gestione delle scuole private, nella gestione dei beni comuni, compartecipando e contribuendo a smantellare diritti e stato sociale in nome di liberalizzazioni foriere di prossime sventure.
Parlare di cooperazione a IMOLA, pertanto, è anche un modo per discutere del futuro che ci attende. Un futuro che non può non prendere atto degli errori, quando non anche dei veri e propri “crimini” compiuti ai danni dei cooperatori stessi, della comunità, dell’ambiente, della Repubblica. Da ambientalisti, da sempre attenti a modelli futuribili e già applicabili, non possiamo sottrarci a questo ruolo di critica e di discussione dello statuo quo.
Il libro, pubblicato nell’aprile 2016, è già alla terza ristampa. Un intero capitolo affronta gli argomenti della COOP VALLEY, come viene definita la città di IMOLA. In un libro di inchiesta, è naturale che l’attenzione sia puntata sugli episodi negativi. Alcune cooperative imolesi, pertanto, sono spesso richiamate in questo libro, non soltanto nel capitolo dedicato a IMOLA. CESI e 3ELLE in primis. Anche HERA, che in IMOLA vede una roccaforte importante del suo potere, è fortemente avvinghiata e compartecipe di questo sistema ed è già stata oggetto di attenzione da parte dell’autore in scritti precedenti.
Il sistema cooperativo, annoverando cooperative vicine alla politica di sinistra, di centro e di destra, consente le degenerazioni osservate nel testo sia per le storture nel sistema degli autocontrolli, sia per le compiacenze politiche, di tutti gli schieramenti politici, sia per l’accondiscendenza di certa magistratura. Soltanto la permanenza nel tempo di una magistratura attenta a coprire la politica e le aberrazioni dalla buona gestione, il modello si perpetua ma non migliora nella sua capacità di generare ricchezza e benessere per il territorio. Anzi, sembra che negli ultimi anni, il modello decadente abbia aggredito con maggiore voracità le risorse ambientali, economiche e i beni comuni, in un crescendo di costi pubblici, di insostenibilità economica di lungo termine per imprese, famiglie, pubbliche amministrazioni. Un drenaggio di risorse di cui sembrerebbe essersi avvantaggiato un grande colosso della Cooperazione, l’assicurazione UNIPOL, ormai intenta a ragionare esclusivamente di grande finanza, di mega stipendi, di incarichi dirigenziali con grandi benefit e grande potere.
Il modello continuerà all’infinito? Come possono emergere modelli positivi se non si inizia a scrivere qualche nome nella lavagna dei cattivi? Ecco il senso della presentazione a IMOLA di questo importante libro di inchiesta. A tutta la città il compito, dal giorno successivo, di discuterne e incominciare a interrogarsi su quale futuro vogliamo dare a questa città. In nome dei cooperatori defraudati, in nome dei contribuenti impoveriti, in nome della nostra comunità, in nome dell’ambiente inquinato.
Pertanto, siete tutti quanti invitati alla presentazione del libro COOP CONNECTION, del giornalista Antonio AMOROSI, lunedì 5 settembre, alle ore 20.30, presso il Centro Sociale “LA STALLA” in Via Serraglio, 20/B a IMOLA.
Massimo Ing. Bolognesi Presidente PANDA IMOLA