Grande festa, con anche la sorella Anita, di 91 anni, il nipote Luca, la pronipote Jessica e amici e amiche di famiglia. Amedeo Galvani ha festeggiato così i suoi 100 anni, compiuti ieri. A formulargli gli auguri a nome della città di Imola e consegnare la medaglia dei centenari è stata l’assessore alla Cultura, Elisabetta Marchetti.
Nato il 23 aprile 1916 a Barbiano di Cotignola, in una famiglia di mezzadri, Amedeo Galvani fa parte di una stirpe longeva, con una cugina morta a 102 anni e un cugino a 103 anni. Per tutta la vita ha lavorato, prima in campagna, fra la casa natale e poi Mordano, prima di trasferirsi a Imola dove dal dopoguerra ha fatto il muratore. Ma non uno qualunque, perché con gli anni e l’abilità professionale, ha finito per essere il capocantiere di Giuseppe Montanari e ancora oggi ricorda bene quei palazzi di dieci piani “tirati su” in Pedagna come grattacieli, con la fatica alleviata negli anni grazie a gru sempre più grandi e affidabili. Per certi versi, si può dire che Amedeo Galvani sia stato uno di quei protagonisti che, nell’ombra, ha contribuito allo sviluppo di Imola e alla sua trasformazione da città agricola a centro urbano vero e proprio, in particolare con la nascita del quartiere Pedagna.
Sposato con Fernanda Galassi, dal matrimonio sono nati i figli Umberto e Sanzio. “Super tifoso dell’Imolese, per anni ha lavorato anche allo stadio, alla biglietteria, mentre fino a 2 anni fa andava ancora in bicicletta dal centro fino in Pedagna – racconta il nipote Luca -. Da giovane gli piaceva tantissimo ballare il liscio, poi da spostato il ballo è passato in secondo piano”. Ancora oggi ben lucido e in forma, ama seguire le corse in moto, alla televisione. “Non se ne perde una” conclude il nipote Luca Galvani.