Il Sindaco Daniele Manca ha ricordato durante il Consiglio Comunale la figura di Virginiangelo Marabini scomparso a 84 anni, imolese poi vissuto a Bologna, deputato Dc per due legislature dal 1976 al 1983, è stato poi consigliere regionale per dieci anni, fino al 1995, ricoprendo anche la carica di vice presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna.
“Grazie Presidente. Voglio ricordare in questo Consiglio comunale una persona di grande qualità, un uomo politico che, con serietà, competenza e stile, ha servito le istituzioni, mantenendo saldi i valori politici e culturali da cui proveniva.
Virginiangelo Marabini lascia un vuoto enorme. Originario di Imola, ha sempre mantenuto con questa città un rapporto particolare. Io stesso ho avuto la possibilità di incontrarlo spesso e di ascoltarlo in dibattiti e riflessioni, a riprova di questa stretta relazione.
Esponente storico della Democrazia Cristiana, ha fatto parte di tutte le assemblee elettive: nel 1956 fu eletto in Consiglio comunale a Imola (dove rimase fino al 1965), nel 1960 divenne consigliere provinciale e, dal 1965 al 1970, consigliere comunale a Bologna. Per due legislature sedette alla Camera dei Deputati, dal 1976 al 1983 e due sono state anche le tornate, in tutto 10 anni, che ha vissuto come consigliere regionale dell’Emilia-Romagna.
Usare dunque per Marabini l’espressione “uomo delle istituzioni” non potrebbe essere più appropriato, ma sarebbe riduttivo elencare le cariche senza fare riferimento a come Virginiangelo ha vissuto il suo impegno politico, allo stile, ai valori che hanno accompagnato la passione di fondo, che non è mai venuta meno, neppure quando ha ricoperto ruoli importanti all’interno delle istituzioni culturali bolognesi, la Fondazione Carisbo, il Teatro Comunale, il Conservatorio, oltre alla nostra Accademia Pianistica.
Fin da ragazzo ha abbinato la militanza nelle associazioni cattoliche con quella politica nella Democrazia Cristiana, per la quale fu eletto consigliere nazionale del Movimento giovanile. A più riprese è stato l’uomo di spicco della DC bolognese, ricoprendo la carica di Segretario provinciale.
Una grande e lunga carriera al servizio delle istituzioni e della buona politica, che gli è valsa il conferimento, nel 1998, dell’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica da parte del Capo dello Stato.
Dopo avere reso dunque omaggio a Virginiangelo Marabini come uomo politico, desidero fare un passaggio sul suo rapporto con Imola, la città nella quale era nato e alla quale ha dedicato un libro, L’amore per una città.
Era il 2013, c’ero anche io alla presentazione pubblica, una delle occasioni d’incontro che ho avuto con Virginiangelo. Mi colpì molto quel tributo ai suoi luoghi d’origine, mi colpì l’affetto profondo che trapelava dalla narrazione dei suoi ricordi, anche di quelli dolorosi della guerra, la passione con cui citava i personaggi conosciuti (mi viene in mente Romeo Galli, da lui incontrato in giovanissima età) o descriveva i luoghi. Voglio ricordare la bella dedica finale: Il profumo della terra imolese è pari a quello della madre per il figlio aggrappato al suo seno. Quel profumo ti accompagna sempre per le vie del mondo, inonda il tuo corpo e non ti abbandona mai.
Questo rappresenta davvero un senso di relazione straordinaria con la sua comunità.
Gli sono grato per questo orgoglio di essere imolese, lui che aveva vissuto gran parte della vita personale e politica a Bologna e che aveva avuto un’importante esperienza romana negli anni da deputato. Ma ho stimato molto anche quel suo modo, “vecchio stile” hanno scritto alcuni in questi giorni, di fare politica. Con sobrietà, con pacatezza, con signorilità, con rispetto profondo dell’avversario e una volontà reale, ferme restando le divergenze ideologiche, di servire le istituzioni e di cercare sempre il bene comune, stando in maggioranza o all’opposizione. Questa lezione è tuttora valida per tutti coloro che si impegnano in politica.
In molti di noi c’è spesso il sospetto che queste modalità, questa rettitudine appartenga al passato, ma considero questa un’esperienza di vita e di visione politica alla quale dobbiamo guardare, in particolare i giovani che vogliono impegnarsi nelle istituzioni e che devono imparare a farlo senza urli, senza insulti. Questo insegnamento, queste esperienze sono dunque importanti anche per il futuro.
Rinnovo le più sentite condoglianze alla figlia Annastella e a tutti i familiari, mando un saluto a Virginiangelo dalla sua Imola, città che ha amato e servito con profonda rettitudine e grande senso delle istituzioni e della cultura.”