In consiglio comunale ieri abbiamo assistito all’annuale show del sindaco, impegnatissimo più ad insultare e intimidire il M5S che a illustrare il bilancio del comune, dando finalmente l’esatta immagine di quanto un partito, democratico di nome, nei fatti ormai sia diventato esattamente il suo contrario.
Stare all’opposizione significa capire sulla propria pelle quanto sia vero che democrazia sia il rispetto delle minoranze, esperienza faticosa ma certamente utile quando sarà il nostro turno di prendere il posto di questa dittatura della maggioranza. D’altronde è comprensibile come 70 anni di governo ininterrotto su un territorio inneschino delle pericolose degenerazioni, dove alla fine il potere finisce nelle mani di una ristrettissima aristocrazia capace ormai persino di piegare le istituzioni e il cui scopo è semplicemente quello di vincere in qualunque modo le prossime elezioni per continuare a regnare indisturbata sul proprio feudo.
Sul piegare le istituzioni ai propri interessi abbiamo un esempio plateale anche nel bilancio appena approvato dalla maggioranza, dove la regione a guida piddina si premura, casualmente, di concedere contributi per investimenti al nostro comune per ben 6 milioni quest’anno, addirittura 8,5 nel 2017 per poi crollare a neanche mezzo milione nel 2018, anno in cui torneremo alle elezioni. Secondo noi questo è un esempio da manuale di come un partito al governo di una istituzione possa finanziare coi soldi dei cittadini la propria campagna elettorale senza infrangere alcuna legge, e magari tra gli applausi dei propri vassalli gaudenti.
Sul vincere in qualunque modo invece è sufficiente ricordare la compagine che ora governa, incollata giusto per portare a casa il 53% dei voti con un programma elettorale che non diceva una sola parola sull’infrastruttura più impattante del nostro territorio che è la discarica di Pediano, e addirittura prometteva uno studio per la ripublicizzazione del servizio idrico, omissione una e balla talmente indecente l’altra che persino il PD ormai si vergogna di ricordare.
Ovviamente ora gli strumenti di questa aristocrazia per esercitare il dominio non sono più quelli della frusta o del fascio se non peggio, ma il molto più efficiente controllo economico territorio, grazie ad una rete quasi invisibile quanto capillare di rapporti e di società partecipate. Quest’ ultime però recentemente sono finite persino nel mirino della Corte dei conti tanto da fargli mettere nero su bianco nella sua delibera del 15/12/2015 che “…il Comune di Imola rivela plurime lacune nel concreto esercizio del controllo in questione, in quanto dichiara di non effettuare il monitoraggio sulla situazione contabile, gestionale ed organizzativa, sulla qualità dei servizi erogati e sul rispetto delle norme inerenti ai vincoli di finanza pubblica delle società partecipate, non fornendo, inoltre, alcuna risposta in merito al monitoraggio sugli obiettivi assegnati alle partecipate.”
Nonostante l’evidente fastidio della giunta, per far luce su quanto sopra assieme agli altri gruppi di opposizione abbiamo convocato una commissione per il 15 aprile, e questo in nome di tutti i cittadini stanchi di essere considerati solo dei sudditi, ai quali ricordiamo che servono ancora 2 anni ma poi le cose finalmente potranno cambiare.
M5S Imola