LIONS IL SEGRETO DEI MARO' CON TONI CAPUOZZO AL MOLINO ROSSO
Straordinaria serata lionistica che ha visto riuniti 4 Lions Clubs (Lions Club Imola Host – Lions Club Faenza Host- Lions Club Valli Faentine e Lions Club Val Santerno) ed il neonato Leo Club Val Santerno, appartenenti a distretti diversi, se pur confinanti, il 108 A e il 108 Tb e rappresentati dai rispettivi Governatori Franco Sami e Giuseppe Rando tutti accumunati dall’interesse ad ascoltare il giornalista Toni Capuozzo autore del libro “IL SEGRETO DEI MARO’”. Giornalista d’azione sempre presente nei luoghi dove si combatte, si è dedicato a ricercare elementi per sostenere la innocenza dei due militari italiani coinvolti nella uccisione di due pescatori nella acque indiane nel 2012, in particolare per l’amicizia che lo lega a Massimiliano Latorre che nel 2006 faceva parte della sua scorta durante un servizio in Afganistan. Sconcertanti le conclusioni a cui perviene Capuozzo frutto di indagini, verifiche e raccolta documenti e che conducono a inquadrate la vicenda non su fatti ma su questioni diplomatiche. Impossibile – sostiene Capuozzo – che due militari ben addestrati, esperti, e consapevoli del ruolo abbiano sparato con tanta leggerezza. Le carte processuali contengono inesattezze e circostanze del tutto contrarie alla realtà: impossibile che due mezzi navali di dimensioni diverse, il mercantile Erica Lexie e il peschereccio e con velocità diverse, possano state per lungo tempo in rotta di collisione, e comunque qualora i due mezzi si fossero affiancati gli spari dei militari del mercantile avrebbero colpito la fiancata sinistra del peschereccio e non la destra dove effettivamente sono i segni dei proiettili sparati. Ancora: l’ipotizzato scontro a fuoco si sarebbe svolto intorno alle 16.15 del 15 febbraio 2012 e dai rapporti risulta che il peschereccio con i due marinai morti arriva al porto alle 23 e dichiara che la collisione è avvenuta alle 21. Anche i calibri delle pallottole non corrispondono a quelle dei marò. Per Capuozzo i fatti hanno avuto uno svolgimento ben diverso dal teorema costruito dalle autorità indiane per incastrare i nostri militari, teorema che nonostante l’evidenza delle contraddizioni i giudici indiani confermano e tale da respingere ogni richiesta di libertà provvisoria dei militai indagati. In base alle normative penali europee sussistono tutti i presupposti per concedere la libertà provvisoria in attesa del giudizio, non essendoci ipotesi di inquinamento prove stando in Italia, né pericolo di fuga. Il tutto porta a supporre che le motivazioni dell’atteggiamento ostativo indiano risiedano altrove e da ricercare in ragioni politiche e commerciali. Il Tribunale del Mare di Amburgo solo nel 2018 si dovrà pronunciare non sul merito della vicenda, ma solo sulla competenza territoriale e cioè su chi dovrà giudicare i due marò. Quindi ancora due anni di sofferenza per i nostri militari per poi essere tratti a giudizio che dovrà svolgersi su documenti non rispondenti alla realtà dei fatti. La speranza è che nel frattempo le diplomazie dei due paesi riescano a trovare una soluzione che possa consentire a Latorre e Girone di assaporare la libertà e il calore delle loro famiglie.
Nel vivace scambio di domande e risposte che è seguito, è emerso che da questa vicenda se ne potrà uscire solo con un approccio finalmente improntato al buonsenso da parte dei due governi, che finora è mancato.
Campagnoli/F.Capra