C’e n’è voluta della pazienza per resistere fino alla fina dell’interminabile convegno di ieri sera alla BCC perché ad essere buoni tante relazioni si potevano certamente evitare o almeno limitare. Ma tra tante chiacchiere un dato è chiaramente emerso: Imola e il suo territorio nella Città metropolitana avranno ben poco da prendere su. Se così non fosse, non si capirebbero le “geremiadi” espresse dai relatori, quelli che hanno ruoli significativi almeno.
Il Sindaco Manca si è tolto dalle scarpe più di un sassolino (pienamente d’accordo con lui), quelle questioni che noi dell’opposizioni da sempre abbiamo inutilmente più evidenziato in tempi non sospetti da facili profeti. Chiarificatore il “se” più volte puntualizzato da Manca per giustificare a denti stretti che lui (e Imola ) vuole starci nel gioco ma vuole starci da protagonista mentre si sta accorgendo di essere usato solo perché senza Imola addio al “sogno” metropolitano. Gasparri (Unidustria) e Manara (ConAmi) si sono accodati e lo stesso Montanari (Stai) non si è sottratto dal puntualizzare che Bologna deve tenere conto del territorio imolese.
Chiarissime e senza possibilità di diverse interpretazioni quale sarà il futuro della nostra ASL secondo il Rossi pensiero.
Ma su tutto il dato più indicativo è emerso dalla visione del breve “spot” proiettato. Tutto incentrato su Bologna faticosamente allargato alla immediata periferia. Non una parola ne un’immagine che riguardasse il circondario. Se c’era ancora bisogno di una prova che per Imola il futuro sarà piuttosto incerto, l’abbiamo avuta .
Alternative? Perché continuare a tenere la testa sotto terra nella speranza che prima o poi un santo in paradiso intervenga a dare una mano? Serve urgentemente riprendere a valutare possibili alternative che permettano al nostro territorio di mantenere la su autonomia e smetterla di pensare che a Bologna abbiano a cuore il nostro sviluppo. Chiarissimo è stato Merola in conclusione. Tanto chiaro che continuare a fare finta di niente, lamentarsi e basta, sarebbe, anzi è pericolosamente irresponsabile.
Alessandro Mirri