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BOLOGNA E COMPRENSORIO, POPOLAZIONE STRANIERA IN AUMENTO DI QUASI IL 300 PER CENTO, MARCHETTI (LEGA): “URGONO POLITICHE SOCIALI A SOSTEGNO DI EMILIANI E ROMAGNOLI. INGIUSTO RICEVANO MENO AIUTI DEGLI IMMIGRATI”

 

Bologna +228,4%.  Imola +297,2%. Non sono i numeri del lotto, ma quelli della crescita demografica della popolazione straniera dal 2003 al 2015 nel comprensorio bolognese. Dodici anni che hanno creato una profonda crepa anche tra la natalità indigena e quella degli immigrati: nel capoluogo il 27,9% dei nuovi nati è straniero, a Imola oltre il 21.

“Sono cifre che fanno profondamente riflettere – commenta Daniele Marchetti, consigliere regionale del Carroccio – e che fanno rabbrividire se diamo uno sguardo ai centri più piccoli, dove ai primi tre posti come bambini nati da genitori stranieri troviamo Casalfiumanese (37,9%), Porretta Terme (35,1%) e Granaglione (33,3%)”.

Numeri che attestano come gli emiliano-romagnoli facciano meno figli, si. Ma perché non hanno sostegno da parte dello Stato.  “Nella maggior parte dei casi, i nostri concittadini hanno meno mezzi – argomenta Marchetti – meno aiuti da parte dello Stato e dei servizi sociali, che tendenzialmente ragionano solo per reddito basso e nullatenenza, come se avere un lavoro e una casa gravata da un mutuo trentennale fosse un reato”.

Questi numeri, continua l’esponente della Lega – “fanno riflettere e ci fanno capire che servono nuove politiche sociali a sostegno degli emiliano – romagnoli. E’ evidente che servono maggiori aiuti ai nostri cittadini che oggi, a differenza della popolazione straniera, non riescono a crearsi una famiglia, o devono faticare il doppio per farlo, perché perennemente scavalcati nelle liste di accesso a servizi e aiuti pubblici e sociali.

Basta vedere – argomenta Marchetti –  qualsiasi albo di beneficiari di contributi economici, annualmente pubblicati dai vari Comuni, per rendersi conto che la percentuale di coloro che riescono ad ottenere un aiuto economico, è nettamente a favore dei cittadini stranieri. E lo dicono i numeri, non la Lega”.

Lega che continuerà nell’aspra battaglia affinché “i nostri cittadini abbiano la priorità nel ricevere le risorse che la Regione Emilia-Romagna distribuisce ai territori per le politiche per l’integrazione, oppure  il 10% del Fondo Sociale che fino ad oggi è stato destinato al cosiddetto capitolo pluriculturale.  E’ ora di dire basta: prima la nostra gente, se non vogliamo che finisca a vivere, come gli indiani, nelle riserve”.