Un PSC che arriva in ritardo, costato tre milioni di euro, stravolto nella sua stesura iniziale, con correzioni dell’ultimo minuto e cosa alquanto insolita, con emendamenti firmati dal sindaco stesso. Spacciato per grande strumento urbanistico che, tra l’altro, dovrà ancora superare l’iter in Città metropolitana, è un faldone di 1400 pagine con contraddizioni interne e che non fotografa affatto le esigenze del territorio. Un documento che è stato partorito in 10 anni, periodo di grandi mutamenti socio-economici, e che nasce quindi già vecchio. Inoltre, invece di andare incontro alle esigenze dei cittadini e delle attività, si è data ulteriore possibilità di ampliamento del centro commerciale Leonardo (2500 mq di superficie accessoria rispetto al RUE adottato) oltre che zone e aree che – ancora insolitamente – possono variare destinazione d’uso.
Se Manca crede che questo sia il grande strumento urbanistico e che addirittura siamo di fronte a un esempio per tutta la Regione e per tutta l’Italia, forse dovrebbe un attimo ridimensionare il suo spirito da “primo della classe”. Il PSC Unione Bassa Romagna è stato approvato nel 2009. In molti Comuni dell’Unione Reno-Galliera il PSC è stato già approvato, l’Unione Terre d’Acqua lo ha approvato nel 2011…solo per fare qualche esempio.
Diciamo pure che il nostro PSC non è un modello di burocrazia virtuosa, con aziende ed enti locali che urlavano la necessità di poter disporre di questo strumento urbanistico in tempi brevi e i politici locali che temporeggiavano tra consulenze, pensionamenti e avvicendamenti di responsabili dell’Ufficio di piano federato. No, decisamente questo PSC è nato male e finirà peggio. Con gli aggiustamenti dell’ultimo minuto, con una politica del territorio che non punta affatto alla riqualificazione energetica e che sarà probabilmente un documento elefantiaco con il quale gli stessi tecnici faticheranno a destreggiarsi.
Simone Carapia capogruppo FI Imola
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