“Ciò che è bene per l’uomo, è bene per le imprese”
Sacmi pubblica il primo Bilancio di Sostenibilità, evoluzione dei precedenti Bilanci Sociali.
Il presidente Mongardi: “Abbiamo continuato a creare valore per il territorio, rispettando l’ambiente e la sicurezza, puntando sull’occupazione stabile e di qualità, sui fornitori locali e sulle partnership di lungo periodo”
Uno stile di vita diffuso e, insieme, una richiesta del mercato. In una parola, “reputazione”. È la responsabilità sociale d’impresa secondo Sacmi, messa nero su bianco nel 13° Bilancio Sociale della cooperativa, che – per la prima volta dal 2003 – si chiamerà “Bilancio di Sostenibilità”.
“Tutti i bilanci – spiega il presidente di Sacmi, Paolo Mongardi – servono a rendicontare la capacità di creare valore, ma il Bilancio di Sostenibilità permette di esplicitare ancora meglio il ‘quanto’ e il ‘come’ del nostro lavoro: una creazione di valore responsabile e sostenibile rispettosa dell’equilibrio economico, dell’ambiente e delle relazioni umane”.
Ecco alcuni capisaldi riportati nel documento, relativo all’esercizio 2014 e presentato nei giorni scorsi all’Assemblea dei Soci. A cominciare dai numeri della capogruppo, Sacmi Imola, che con 868 milioni di euro di ricavi e 141 milioni di euro di valore aggiunto agli stakeholder ha continuato a crescere, contribuendo allo sviluppo del territorio e puntando sull’occupazione stabile e di qualità. “Con 1.085 collaboratori nella sede di Imola, quasi tutti provenienti dal nostro territorio, e 120 nuovi assunti dal 2011 – spiega Mongardi – continuiamo a garantire la buona occupazione”.
Una ricchezza che nasce dalla valorizzazione delle competenze, della qualità del lavoro, dei rapporti corretti con Soci, clienti e fornitori (Sacmi effettua oltre il 70% degli acquisti in regione, privilegiando il distretto e l’indotto locale): concetti stampati nel DNA della cooperativa fin dalla fondazione a cui – in un’ottica di sostenibilità diffusa e in linea con la nuova sensibilità sociale, istituzionale, internazionale – si affiancano le attività per monitorare e gestire i rischi ambientali, della sicurezza e normativi.
Alle certificazioni ambientali e a un modello organizzativo interno in linea con le previsioni della legge 231 del 2001 – la norma che, in sostanza, definisce le responsabilità dei singoli in relazione con quelle della società – Sacmi affianca infatti le certificazioni di qualità (ISO 9001) ed oltre 400 giornate uomo (dato 2014) di progettazione e collaudo delle soluzioni tecnologiche e impiantistiche presso le sedi dei committenti. Attività sostenute da ingenti investimenti in R&S e da oltre 220 tecnici dedicati, con 77 nuovi brevetti depositati nel solo esercizio appena concluso. “In sostanza – sottolinea Mongardi – perseguiamo obiettivi di qualità delle macchine e dei servizi da raggiungere per mezzo della sostenibilità delle risorse e delle relazioni umane. Consideriamo la sostenibilità come il motore di un processo di miglioramento continuo che garantisce i risultati nel tempo e il rafforzamento delle performance economiche e della reputazione”.
E, ancora, oltre cinquemila ore l’anno di formazione su salute e sicurezza, ben 565mila euro di investimenti sulla sicurezza del lavoro, la certificazione OHSAS 18001, check up aziendali, 14.700 ore di formazione per i dipendenti che si affiancano ai progetti sviluppati con le scuole e le università del territorio e alle attività formative dei giovani. “La sostenibilità – nota il presidente di Sacmi – è uno stile di vita che diventa anche richiesta del mercato e degli investitori e deve pertanto guidare anche in futuro le nostre scelte di investimento e le nostre prospettive strategiche, perché siamo convinti che ciò che è bene per l’uomo è bene per le imprese”.
Sintesi ed attualizzazione del pensiero cooperativo delle origini, Sacmi offre questo Bilancio di Sostenibilità non solo agli stakeholder del Gruppo, ma al movimento cooperativo italiano nel suo complesso, come buona prassi che ne dimostra la validità e la vitalità, un modello positivo che ha fatto la ricchezza del nostro territorio, da proporre ed esportare sui mercati internazionali. “Vorremmo che questo strumento – conclude Mongardi – rappresentasse sempre di più la nostra capacità di coniugare efficienza produttiva e sviluppo sostenibile, presentandoci come un’azienda sorretta da una solida cultura d’impresa cooperativa in un momento, quale è quello attuale, caratterizzato da forte complessità”.
Questo, del resto, il senso di un 2014 che ha visto le celebrazioni del 95° della fondazione della cooperativa durante lo speciale “open day” aperto alla cittadinanza che ha visto almeno 4mila persone in visita allo stabilimento ed al Museo storico di Sacmi. Oltre a diversi momenti di incontro e confronto sulle politiche attive del lavoro e sulle migliori esperienze – come quella olivettiana – che hanno gettato le basi del miracolo italiano e che oggi più che mai occorre riportare al centro dell’agire politico ed economico.