A Imola si organizza la Giornata del Rifugiato in un momento in cui l’Italia è chiamata a fronteggiare il problema dell’arrivo incontrollato dei migranti sul nostro territorio senza alcun aiuto concreto da parte dell’Europa. Lo facciamo a fronte delle tantissime criticità che Mare Nostrum ha purtroppo messo in evidenza (mancanza di controlli sanitari, ritardi per la verifica e la concessione dello stesso status di rifugiati…). A quanto serve organizzare una simile giornata che in qualche modo sublima, enfatizza e celebra un’operazione che nulla ha a che vedere con l’integrazione?
Perché, è bene ricordarcelo, l’arrivo dei migranti sul territorio si basa su fenomeni illegali che il nostro Stato, anche per colpa delle politiche europee poco incisive e carenti, non riesce del tutto a fronteggiare. E’ bene ricordare che sul fenomeno dell’arrivo di migranti si è sviluppato e diffuso un vero e proprio “business” sulla pelle dei poveri come raccontano le cronache odierne. E’ bene ricordare che delle migliaia e migliaia di profughi arrivati sul nostro territorio nazionale, la maggior parte si è letteralmente dileguata senza controllo alcuno e senza nessun progetto di integrazione.
Un convegno con il quale si celebrano le politiche di accoglienza dell’Emilia Romagna, mentre sindaci di qualunque estrazione si ribellano all’invio sistematico dei profughi sui loro territori da parte delle Prefetture: insomma qui si vive fuori dal mondo, in modo anacronistico e poco realistico.
E’ singolare che a essere mandate avanti in queste operazioni siano sempre l’assessore Lobuono (in quota Sel) e la sua associazione di riferimento che si occupa solo di donne e non, più specificamente, di profughi e rifugiati, riducendo ulteriormente il campo di indagine di questo convegno.
Sindaco e vicesindaco su questi temi sembrano invece tirarsi indietro oppure prendere posizioni autonome rispetto all’assessorato alle Pari Opportunità che pare viaggiare per i fatti suoi sia in tema di partecipazione (vedi Imola Ripartecipa) che di integrazione (vedi figuraccia in fatto di regolamento sulla Consulta).
Abbiamo l’impressione che questa amministrazione non abbia affatto le idee chiare, che voglia tenere i piedi in tutte le scarpe per paura di scontentare qualcuno nel tentativo di tenere in piedi la sua traballante coalizione. Noi, dai banchi dell’opposizione, non possiamo che stare a guardare. Ma qualcosa ci dice che un nuovo rimpasto di giunta è vicino.
Simone Carapia, capogruppo FI Imola
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