Un pezzo della storia di Imola, quello della cooperativa sociale Acli e della sua mensa, il “ristorante popolare” che dalla metà dello scorso secolo ha fatto sì che le persone indigenti non restassero mai senza un pasto caldo. Un’attività per decenni legata al nome del professor Sergio Buscaroli che per un lunghissimo periodo ne è stato l’anima, buttando le radici di quello che tuttora è un luogo prezioso per chi non avrebbe altrimenti modo di sfamarsi. Di tutto questo ha raccontato le vicende Raffaele Benni in un volumetto edito da Il Nuovo Diario Messaggero in cui ha raccolto con minuziosa precisione documenti, ma anche testimonianze e fotografie di persone ben note a chi ha cara la storia di Imola.
L’idea del libro è venuta a Benni quando Buscaroli gli ha affidato la documentazione della Cooperativa lavoratori cristiani di Imola.
“Omaggio ai fondatori e continuatori della cooperativa sociale Acli”, presentato di recente in una serata svoltasi proprio al ristorante Acli, è anche un omaggio all’attività che prosegue tuttora nella sede storica di palazzo Monsignani, in via Emilia, nei locali ristrutturati del ristorante popolare promosso dalla cooperativa Lavoratori cristiani Imola e dalla società San Vincenzo de’ Paoli, la cui gestione è da sempre in capo alle Acli e si regge essenzialmente sul volontariato: un servizio dedicato alle persone più bisognose, alle quali viene rivolta un’attenzione particolare, un pasto, ma anche un sorriso e una buona parola.
Un ristorante al quale può accedere anche il comune cittadino per consumare, ogni giorno a mezzogiorno, in una sala confortevole dell’antico palazzo, un pasto confezionato con ingredienti di assoluta qualità a prezzi concorrenziali.
Tanto è stato fatto e tanto c’è ancora da fare per permettere a questa struttura di continuare ad essere punto di riferimento per chi vi accede grazie ai buoni-pasto distribuiti da associazioni assistenziali, ma dove si conta di aumentare anche gli accessi del pubblico pagante. Un modo per tornare ad un’economia sociale e per non disperdere le fatiche di chi dal 1949 ha dedicato tempo e attenzione a questo angolo di Imola che tanta importanza ha avuto nel suo percorso storico. Come l’autore stesso, Raffaele Benni, sottolinea, “il libro mira a porre l’attenzione su un servizio tanto importante e sui volontari che consentono che il servizio prosegua, ricordando alle nuove generazioni le figure che hanno avuto tanta importanza in questo ambito, come Lorenzo Gasparri, silenzioso e umile collaboratore di Buscaroli, che ne ha portato avanti l’attività e i valori. Non dimentichiamo che il ristorante ha sostituito un servizio pubblico, non ne va cancellata la memoria storica e, anzi, va portato avanti nel migliore dei modi, visto che costituisce un grandioso giacimento”.