Senza dubbio è mancata la sinergia pubblico-privato in questa prima edizione di Love ER. Le critiche che sono piovute da più parti dimostrano che probabilmente è venuto meno quel sostegno istituzionale che ci si sarebbe dovuti aspettare sia dalla Regione (visto che l’evento avrebbe dovuto avere un rilievo regionale), sia dal Comune visto che qui la faccia ce l’ha messa la Città di Imola con il suo autodromo.
Proprio il nostro autodromo, gestito pressoché interamente dal pubblico, non dovrebbe avventurarsi in simili eventi che nascono già sull’onda di tante e tali critiche, visto che il rischio è quello che ci rimetta l’immagine del circuito che, in tal modo, potrebbe precludersi altri e blasonati eventi.
Apprezziamo l’impegno dei privati che hanno pensato una manifestazione a carattere regionale per il nostro Autodromo. Ma è anche evidente che il ‘botto’ non c’è stato. Ieri, domenica, lungo viale Dante si transitava benissimo… se ci fosse stata la ‘calca’ ci sarebbe stata almeno qualche difficoltà nel parcheggiare. Allora, cos’è che è andato storto? Probabilmente la promozione dell’evento non è stata particolarmente efficace, è stato pubblicizzato poco e la Regione e le Istituzioni in generale non hanno dato man forte per il lancio di questa prima edizione. Abbiamo parlato con alcuni espositori e molti lamentavano il fatto che era stato loro raccontato che l’evento avrebbe avuto una chiara identità regionale (che invece non c’è stata: gli stand erano collocati alla rinfusa, pochi i prodotti tipici presenti, lo street food si è ridotto a qualche furgoncino ambulante…) e che l’aspettativa di pubblico sarebbe stata ripagata.
Espositori che hanno pagato dai 500 ai 1000 euro + Iva per restare in autodromo tre giorni, con il rischio che non torneranno più nel nostro circuito viste le premesse. C’è bisogno dunque che le Istituzioni, soprattutto in quanto proprietarie e gestori dell’Autodromo si interroghino su quanto convenga ospitare degli eventi che nascono già con il piede sbagliato, probabilmente con poca programmazione alla base. Dall’altro, anche i privati è giusto che si accertino sugli effettivi patrocini concessi o meno. Leggere che i privati sono stati abbandonati e lasciati soli non è una bella immagine. Soprattutto non lo è per la Città di Imola che per questo evento ci ha messo la faccia con i risultati che sono andati molto al di sotto delle aspettative.
Simone Carapia, capogruppo FI Imola