Davvero surreale l’intera vicenda che sta montando intorno al caso delle Acque minerali. L’ultima cosa che il Comune avrebbe dovuto fare era quella di incrinare i rapporti con un imprenditore che si era preso a cuore la manutenzione del parco che, adesso, tornerà in capo alla Benicomuni, non si sa bene con quali risorse.
In anni di carenza cronica di risorse, una sana integrazione pubblico-privato sarebbe stata indubbiamente da perseguire. Invece, non solo la convenzione verrà rivista e la Benicomuni prenderà in mano anche questa fetta consistente di Città, ma c’è anche il rischio che il privato chieda un importante risarcimento per i mancati guadagni, visto che in tutti questi mesi nessuna reale soluzione è stata cercata dall’amministrazione e da questi assessori, sistematicamente chiusi nel palazzo del potere.
Oggi si dà mandato alla Benicomuni di cercare anche una soluzione consensuale con Boschi per garantire la stagione 2015. Viene da sorridere visto che l’amministratore di Benicomuni è Loris Lorenzi che, in questi ultimi due anni, non ci sembra abbia dato prova di grandi capacità di dialogo (vedi cosa è stato capace di fare agli incontri sindacali convocati per trattare i diritti del dipendenti privatizzati o la poca disponibilità dimostrata quando era direttore ConAmi circa i fatturati della discarica…)
Francamente non crediamo che la Benicomuni sia il soggetto più adatto a trattare e non pensiamo nemmeno che lo debba essere, visto che questa vicenda ha assunto contorni chiaramente politici e proprio la politica, assessori e sindaco in primis, avrebbero dovuto spendersi in prima persona per sanare la situazione e salvare il salvabile. Così facendo il tutto sembra ridursi allo scaricabarile di turno, consegnando ancora una volta nelle mani del solito Loris Lorenzi un potere che va ben oltre quelle che sarebbero le sue funzioni. Dopo averlo a fatica “rimosso” dalla direzione del ConAmi, continuiamo a non capire per quale motivo questa persona debba ricoprire incarichi tanto strategici che di fatto lo rendono una sorta di “dominus” della città.
Simone Carapia, capogruppo FI Imola