Politica della formica o della cicala?
O piuttosto politica dell’opportunismo e dell’egoismo?
Non passare per fessi però!
Che l’amministrazione comunale prima che i consiglieri informi la stampa è ormai cosa nota alla quale da tempo ce ne siamo fatti ragione.
Ma, seppure ormai è tutto noto, qualche osservazione sulla annunciata rinegoziazione dei mutui è opportuno esprimerla come del resto fatto nell’odierna (sabato) commissione bilancio.
Il Comune di Imola ha in essere con la Cassa depositi e Prestiti un debito residuo di oltre 53 milioni che da qui alla scadenza contrattuale del 2035 interessi compresi, comporta un esborso complessivo di 78,7 milioni di euro.
Con la rinegoziazione prevista si punta ad allungare il periodo di rimborso fino al 2044 che comporterà tra debito residuo e quota interessi per il Comune di Imola un onere complessivo di oltre 94 milioni di euro, ovvero 16 milioni in più che dovranno uscire dalle casse del Comune.
Siamo di fronte ad un chiaro esempio di finanza creativa che preferiamo definire opportunista ed egoista.
Proviamo a spiegarci.
E’ certamente vero, come pomposamente dichiarato da Sindaco e Assessore, che con la prevista rinegoziazione dei mutui si avrà l’immediato beneficio di poco più di un milione di euro all’anno, denaro questo che potrà essere utilizzato per ulteriori investimenti, ma furbescamente si dimentica di valutare l’operazione in tutta la sua portata finanziaria che, ricordiamolo, non si esaurisce nei prossimi 12 – 13 anni, quelli del beneficio finanziario della operazione.
Già dal 2027 il guadagno annuale della rinegaziazione scende a 300mila euro e si annulla del tutto nel 2029. Dal 2030 e fino al 2045 per ben 16 anni, il Comune di Imola per saldare il suo debito con la Cassa DD.PP. dovrà accollarsi una spesa aggiuntiva di 16 milioni di euro.
Finanza allegra che a fronte di un beneficio economico immediato evidenzia l’opportunismo politico della amministrazione comunale che non esita a spostare l’ingente extradebito prodotto dall’operazione di rinegoziazione, sulle amministrazioni che verranno, debito che graverà inevitabilmente su chi avrà il futuro onere di governare Imola.
Come tutti speriamo, l’economia riprenderà fiato e con essa anche l’inflazione che inevitabilmente porterà qualche inevitabile modifica alle previsioni di spesa e quindi anche alla reale consistenza del debito residuo che potrebbe crescere ulteriormente (scendere certamente no) aggravando ancora di più il fardello sui nostri figli e sui nostri nipoti.
Attenzione quindi a questo specchietto delle allodole che non faccia perdere di vista che questa operazione di rinegoziazione ha il solo evidente scopo di incamerare per qualche anno risorse seppur esigue da dedicare ad investimenti ed alla spesa corrente oltre che, aggiungiamo noi, alla ulteriore riduzione del debito comunale che è sempre bene ricordare è stato prodotto negli anni passati da una amministrazione che ricorda da vicino le allegre spese statali degli anni 70 di cui oggi paghiamo le conseguenze. Ma che importa, tanto i debiti gli attuali amministratori li faranno pagare ad altri!
Carapia Simone
Alessandro Mirri