Approderà quest’oggi in consiglio comunale il nuovo regolamento per la Consulta dell’intercultura. Uno specchietto per le allodole che nulla fa se non riprendere il precedente fallimento di un’esperienza che non ha mai realmente funzionato.
Un regolamento che chiedere una relazione alla Consulta solo una volta all’anno, cosa davvero minima se si vuole instaurare un rapporto collaborativo e continuativo con le comunità straniere.
Da dove passa l’integrazione se non da un rapporto costante con le comunità straniere?
O vogliamo perseverare con politiche buoniste attraverso le quali abbiamo erogato solo aiuti a pioggia e fatto credere a queste comunità che si può vivere di assistenzialismo?
E ancora: come si vuole perseguire il dialogo con la comunità islamica? Cosa sta facendo questa comunità per integrarsi davvero se non aprire qualche giorno la sede dell’associazione? Perché non si comincia per esempio a pubblicare in doppia lingua, arabo e italiano, i contenuti del loro sito web e della loro pagina facebook? E’ chiedere tanto a una comunità che vive in Italia?
In questo regolamento non è stato inserito nemmeno un cenno all’educazione civica, al fatto che l’integrazione delle comunità straniere passa dalla conoscenza della nostra Costituzione e della nostra lingua. Bel modo di integrare. Il modo di chi, in qualità di amministratore, sceglie di stare nel palazzo invece di confrontarsi quotidianamente con il territorio.
Simone Carapia
Capogruppo FI Imola