Cosa ha spinto l’Ascom a piegare così tanto la testa sul fronte della regolamentazione di feste e sagre? Eravamo partiti dalla richiesta di un massimo di quattro giorni consecutivi e ora siamo arrivati a 21 giorni per le feste e 24 per le Sagre?
Questo regolamento (della cui bozza siamo in possesso) ci sembra il solito specchietto per le allodole, un “tutto cambia perché nulla cambi”. Nella sostanza, infatti, i ristoratori non saranno affatto tutelati perché rimarrà tutto così com’è. Un regolamento che è solo un contentino per “zittire” gli operatori che hanno fatto troppo rumore e si sono messi di traverso su Sagre e feste di partito.
Chiariamo subito una cosa. Noi non siamo contro le Sagre storiche, quelle che hanno davvero la funzione di promuovere un prodotto tipico locale.
Un aspetto positivo di questo regolamento infatti è quello di sancire cosa sia davvero una “sagra” quindi stabilire la condizione che non si può abusare del termine “sagra” in riferimento a un prodotto non tipico.
Cosa manca dunque a questo regolamento? Manca un aspetto basilare. Ciò che andava davvero regolamentato non era solo la durata temporale delle sagre e delle feste, ma soprattutto i menù proposti all’interno di questi eventi.
La sagra per esempio dovrebbe proporre un menù strettamente attinente al prodotto che si intende promuovere mentre per le feste andrebbe regolamentato il numero di portate da servire. Perché tra gli aspetti critici lamentati dai ristoratori che spesso hanno parlato di concorrenza sleale c’è anche la circostanza che durante queste feste di fatto si propongano menù al pari di qualsiasi ristorante.
Capiamo che non sia semplice ma se questo regolamento deve essere “buttato lì” in fretta e solo per dare un misero contentino ai ristoratori, tanto vale non farlo proprio. Infine, e non meno importante, non capiamo perché la Cittadella di Bubano debba essere trattata come un caso “ad hoc”. Se la Cittadella vuole diventare un ristorante si metta in regola con le tasse e con l’assunzione dei lavoratori. Altrimenti funzioni come un qualunque spazio pubblico che all’occorrenza può ospitare feste e sagre in maniera temporanea e non certo per tutto l’anno.
Manuel Caiconti, capogruppo Vallata Libera per Casalfiumanese