Decorsi alcuni giorni dall’8 marzo 2015, Giornata Internazionale della Donna, preso atto del dibattito e delle polemiche che sono seguite, peraltro non solo prevedibili ma giustificate dalla gravità dell’accaduto, riteniamo che solo una cosa sia debita far conseguire: le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale di Imola di Paola Lanzon.
Le parole da lei espresse a conclusione della manifestazione per i marò, mai seguite, se non da formali scuse, anche solo da una sua dichiarazione circa l’accaduto, ci fanno ritenere che si voglia “insabbiare” o far cadere nel dimenticatoio la sua, però chiara, posizione politica.
Molte donne della Città di Imola (UDI, Trama di Terre, CGIL e altre personalità) ma di rimbalzo anche siti nazionali di donne si sono sentite offese e non è quindi tollerabile dimenticare.
Per ridare dignità e rispetto alla Politica occorrono azioni concrete e conseguenti.
Del resto l’ordine del giorno presentato da Simone Carapia di Forza Italia dà l’esatta cifra di quanto la Lanzon si sia fatta strumentalizzare. Alla destra imolese in realtà non importa proprio nulla dei marò, il loro obiettivo era infangare ed offendere la Giornata Internazionale delle Donne. A questo la Lanzon si è prestata e se vuole ridare dignità al Paese e all’Istituzione che rappresenta dovrebbe dimettersi.
La Politica si nutre di ideologie è vero che sono però i valori, che indicano la strada e determinano le scelte da operare. Come quella di decidere da che parte stare. E domenica il Comune di Imola non doveva, se si professa di centro-sinistra, stare dalla parte dei marò contro le donne.
Noi del Partito della Rifondazione Comunista, alla luce di quanto accorso e soprattutto avendo ben chiaro quanto dichiarato, unico atto ufficiale, dalla Lanzon domenica mattina scorsa, crediamo che questo sia l’unica azione risarcitoria per le donne da compiere: per Greta e Vanessa, per tutte le donne che si sono battute e si battono per i propri diritti.
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Imola