Nella giornata dell’8 marzo un corteo di solidarietà viene indetto “per essere accanto alle mogli dei nostri fucilieri da tre anni privati della presenza dei loro mariti e padri dei loro figli”. Il riferimento è ai marò detenuti in India.
La manifestazione, che non ha un palese colore politico ma viene presentata ufficialmente dai consiglieri di Forza Italia, ha preso origine in modo pretestuoso, proprio a Imola, da una frase pronunciata da una delle studentesse organizzatrici, nel nostro territorio, della manifestazione internazionale “One Billion Rising” del 14 febbraio che disse:
«Chiediamo che la parola femminicidio non venga più sottovalutata, svilita, criticata. Perché racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano e perché per molti alcune donne uccise o violate, in fondo, qualche sbaglio lo avevano pur fatto. Ci viene in mente il deplorevole e vergognoso modo in cui sono state descritte Greta e Vanessa, le due ragazze rapite in Siria, per fortuna ritornate sane e salve ma che agli occhi dell’opinione pubblica sono state descritte come due sprovvedute, che hanno messo a rischio la propria vita per dare sostegno alle popolazioni vittime di guerra… La reazione sarebbe stata la stessa se fossero stati due uomini? Probabilmente no, sarebbero stati accolti come eroi, così come sono stati descritti quei due marò che hanno ucciso due pescatori indiani».
Al di là del legittimo diritto dei cittadini e dei Corpi d’Arma di partecipare e manifestare per sollecitare la soluzione della questione dei marò detenuti in India, per una rapida soluzione del conflitto internazionale tra India e Italia, ci pare che paragonare le due vicende sia improprio. È però vero che l’attenzione sulle due vicende nel nostro Paese è stato molto diverso, un grande sostegno per i due marò, mentre sono passati sotto silenzio i commenti sessisti fatti sulle due cooperanti.
Riteniamo non opportuno la partecipazione al corteo della Presidente, in rappresentanza del Consiglio comunale di Imola, in particolare perché una delle ragioni politiche della manifestazione è stata convocarla proprio l’8 marzo: a detta degli organizzatori la scelta è stata proprio in risposta della frase della studentessa il 14 febbraio. Se è stato ingenuo da parte della ragazza paragonare le due vicende, riteniamo non opportuno politicamente che la Presidente del Consiglio comunale di Imola riproponga lo stesso errore e che “l’unità nazionale e la dignità del nostro Stato”, citate dalla Presidente, si basino e si motivino su ben altri contenuti.