Sapevamo della manifestazione di ieri del comitato pro fucilieri San Marco e del gruppo nazionale Leone San Marco della Marina Militare.
Sapevamo che era stata indetta, strumentalmente e provocatoriamente, proprio nella Giornata Internazionale della Donna. A noi donne questa sembrava già un chiaro segnale di reazione di destra per provocare chi si occupa dei diritti delle donne piuttosto che davvero interessarsi delle sorti dei marò imprigionati in India perché accusati di aver ucciso due pescatori indiani.
A questa strumentalizzazione noi abbiamo reagito con il disinteresse ed un maggior impegno nel nostro lavoro teso a celebrare le istanze dell’8 marzo.
Avremmo continuato a disinteressarcene ma alla manifestazione, marcatamente maschilista, che strumentalizzava le mogli dei marò mentre se ne fregava delle vedove dei pescatori, la Presidente del Consiglio Comunale Paola Lanzon ha deciso non solo di partecipare ma anche di fare un intervento che mette sullo stesso piano le cooperanti liberate Vanessa e Greta e i due marò. Perché mai questa necessità?
Perché una giovane il 14 febbraio scorso, durante One Billion Rising (giornata di mobilitazione mondiale contro la violenza sulle donne), peraltro sostenuta ufficialmente sempre dalla Lanzon, nell’ambito di un ampio discorso sulla violenza di genere, aveva avuto l’ardire di definire i marò assassini di pescatori.
Gli organizzatori della manifestazione di ieri (tra cui anche la destra imolese) lo avevano affermato più volte e per questo quindi avevano scelto la data dell’8 marzo!
I maschi di destra che credono all’eroismo e agli eroi (sono sempre maschi naturalmente) rispondono l’8 marzo con una manifestazione contro. Decisamente una reazione violenta. E la Lanzon piuttosto che dedicare la giornata alle donne e ai loro diritti vi partecipa e vi prende la parola perché sia chiaro il suo appoggio.
Da che parte sta quindi la Presidente del Consiglio Comunale di Imola?
Per noi l’atto è molto eloquente! Inutile che celebri l’8 marzo se non sa scegliere da che parte stare.
Vi ha partecipato con l’ingenuità di non vedere la provocazione sottesa, sebbene manifesta, o per propria visibilità il cui cinismo ci pare inaccettabile?
Un atteggiamento quindi assolutamente incoerente di chi si fa paladina delle donne (a partire da quelle del PD), a meno che non le conduca in modo ipocrita e solo per meri scopi elettoralistici.
La sua partecipazione ha offeso, non solo indignato, le donne, e gli uomini, che credono in questa ricorrenza come giornata di lotta e di sensibilizzazione dei diritti, ancora non uguali, delle donne.
Ricordiamo alla Lanzon che la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta la prima volta nel 1922, per iniziativa del Partito Comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’8 marzo proclamata da Lenin. La festa poi cadde in disuso e venne reintrodotta l’8 marzo 1945 dall’UDI, organizzazione composta da donne appartenenti al PCI e ad altri partiti di sinistra.
Glielo ricordiamo così magari è in grado di comprendere in quanta provocazione politica è riuscita a cadere ieri mattina.
Mentre noi donne, e uomini, di sinistra continueremo a percorrere la nostra strada, ben consapevoli dei compiti che ci sono assegnati, compreso questo, di denunciare un atteggiamento contro di noi donne, compiuto da una donna che peraltro ricopre un ruolo istituzionale a questo punto immeritato.
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Imola