Che la discarica di Pediano sia prossima alla saturazione è questione nota da tempo. Ed è altrettanto nota e non da oggi, l’intenzione del gestore dell’impianto di provvedere alla realizzazione di un allargamento del sito verso il territorio di Riolo Terme.
Il polemico dibattito, in verità non nuovo, che sta interessando la politica in questi giorni è tutto incentrato sull’opportunità di procedere con il progetto ipotizzato da Con Ami.
Mi permetto allora inserirmi nella discussione con alcune osservazioni.
Prima di ogni altra considerazione è necessario rispondere alla prioritaria domanda sul come potranno essere smaltiti i rifiuti solidi che quotidianamente vengono prodotti. Pensare di riservare la discarica ai soli cittadini del territorio potrà spostare avanti di qualche mese la data prevista per la saturazione della discarica che comunque arriverà a saturazione.
Fuori di retorica politica abbiamo di fronte due sole opportunità che prevedono da un lato l’allargamento della nostra discarica e dall’altro la sua definitiva chiusura. Come poi si smaltiranno i rifiuti è questione che pare marginale. Ma al di la del come la posso pensare io almeno per alcuni decenni ancora, appare improponibile, , la proposta del M5S di puntare diritti alla fantasia di annullare la produzione dei rifiuti; rifiuti zero la chiamano loro.
Ne appare oggi sostenibile, considerato che di “rusco” se ne produce ancora tanto, evitare l’allargamento della discarica in esaurimento a meno che non si abbia il coraggio, preferisco l’intelligenza, di pensare a soluzioni intermedie che prevedano la realizzazione di impianti di smaltimento altrimenti chiamati inceneritori, impianti questi che stanno dimostrando di essere assolutamente sicuri tanto che nelle principali capitali europee sono funzionanti all’interno del tessuto urbano. Ma quanti falsi ecologisti si metterebbero di mezzo.
Farò certamente la mia parte a sostegno della proposta dell’amico Carapia ma non posso far finta che al di la del come la si pensi, o si speri, l’allargamento della discarica si farà.
Conosco ormai troppo bene chi ci amministra e so bene che non saranno certamente le opposizioni cittadine (che sulla questione la pensano in modi diversi) a condizionare decisioni già prese anche se le obiezioni che pervengono dalla regione preannuncino il contrario.
Piuttosto che portare avanti una battaglia politica del cui fallimento sono certo, sembrerebbe certamente più produttivo insistere nel chiedere che parte degli utili dell’attività di discarica siano girati ai cittadini imolesi in quantità superiore a quanto sta avvenendo oggi.
Si potrebbe ad esempio ridurre l’incidenza della Tares facendo pagare di più lo smaltimento dei rifiuti che provengono da altre città.
Abbiamo più volte inutilmente chiesto di conoscere il bilancio della gestione della discarica. Le indiscrezioni che si raccolgono parlano di cifre importanti (oltre 25 milioni anno) il che induce a considerare una elemosina il contributo annuale a disposizione del Comune di Imola, contributo che se quantificato in maniera più consona potrebbe alleggerire di molto il bilancio comunale e con esso lenire il disagio ambientale denunciato dai cittadini che ne avrebbero diretto beneficio attraverso maggiori risorse per servizi e riduzione di alcuni balzelli quali la odiata Tares.
Dibattito aperto quindi ma che andrebbe condotto con l’obbiettivo di ottenere un reale beneficio per gli imolesi prima ancora che portare avanti una battaglia politica il cui esito è sconfitta certa.
ALESSANDRO MIRRI: AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA SI O NO?
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