IMOLA – Da settembre non ha riaperto e oggi, sulla stampa locale, è amaro lo sfogo di Carlo Bertocchi, titolare del Circo Sforza di vicolo Troni. Il Circo Sforza, un tempo “Caffè Cuore” si era rivelato in questi anni un buon punto di aggregazione per i giovani, con il suo arredamento alternativo da American-bar-bistrò, un luogo dove il titolare metteva a disposizione una sala anche per fare musica, per degustare aperitivi particolari. “Uno spazio creativo illimitato” lo definiva il titolare, dove realizzare concerti ed eventi.
Ma tant’è, dopo l’estate le serrande non si sono più rialzate. Secondo Bertocchi il motivo risiede nella totale mancanza di una vera politica per il centro. E questa è una storia vecchia. “Anni e anni di abbandono di attività a loro stesse, anni di incapacità nel gestire una pianificazione e una programmazione delle iniziative e del marketing territoriale, con cambi di amministratori pubblici senza nemmeno passaggi di consegne” dichiara Bertocchi.
E gli eventi in centro che l’amministrazione organizza? Secondo Bertocchi sarebbero sempre gli stessi con la stessa formula da anni e che ormai non funziona più. Ne ha anche per le associazioni di categoria che non avrebbero svolto il proprio ruolo da “sindacato” e sarebbe inoltre mancata quella “regia”, un tavolo di coordinamento tra soggetti interessati come si fa in tutte le “città civili”, anche nella vicina Faenza.
Per non parlare delle tasse sui rifiuti, prima la stangata Tares del 2013, poi le promesse dell’amministrazione di promuovere sgravi fiscali e infine la Tari del 2014, che si è rivelata la medesima mazzata.
E poi il rammarico per “quella opportunità persa di investire 130mila euro della Regione per iniziative di rilancio del centro”. Insomma, il centro storico è solo una serie di occasioni perse. “E’ amaro pensare che in una situazione desolante come quella attuale di imprenditori coraggiosi come noi ce ne saranno sempre meno. Non nascondiamocelo: il Centro Storico è in uno stato di agonia profonda, vittima di tutti coloro, tra istituzioni e associazioni, che negli anni si sono applicati con tenacia per mortificare un intero tessuto socio economico, riuscendo sicuramente in un non invidiabile primato: far abbassare per sempre le serrande, con disinvolta costanza e perseveranza”, conclude Bertocchi.