Ci viene in mente il deplorevole e vergognoso modo in cui sono state descritte Greta e Vanessa, le due ragazze rapite in Siria, per fortuna ritornate sane e salve ma che agli occhi dell’opinione pubblica sono state descritte come due “sprovvedute” perché hanno messo a rischio la propria vita per dare sostegno alle popolazioni vittime di guerra.. la reazione sarebbe stata la stessa se fossero stati due uomini? Probabilmente no, sarebbero stati accolti come eroi, così come sono stati descritti quei due marò che hanno ucciso dei pescatori indiani.”
Questo il concetto estrapolato da un lunghissimo discorso letto dalle giovani donne di Trama di Terre sul femminicidio sabato scorso in piazza Matteotti ad Imola durante la manifestazione “One billion rising 2015” ed attaccato da Lega Nord, FI e altr* esponenti della destra imolese, talvolta ricorrendo alle offese personali più che ai contenuti.
Allora vi diciamo come la pensiamo sulla vicenda dei marò.
Innanzitutto riteniamo di estrema gravità il fatto che il governo italiano, con il consenso dell’ex presidente Napolitano venendo meno a solenni accordi diplomatici, in più occasioni abbia difeso e difenda, chiedendo il rimpatrio dei due marò piuttosto che attendere e chiedere che in India sia svolto un giusto processo sul fatto che i due militari italiani siano accusati di aver mitragliato un peschereccio indiano con la morte di due innocenti pescatori. E perchè allora non parlare degli altri italiani, forse meno famosi dei marò, detenuti all’estero in condizioni assai peggiori? Approviamo inoltre la richiesta inoltrata dal Codacons alla Corte dei Conti di accertare la congruità delle spese affrontate dal nostro Paese per la cauzione e il picchetto d’onore in favore dei due militari arrestati in India. Infatti in assenza di una sentenza di assoluzione tali spese appaiono assolutamente ingiustificate e rappresentano uno sperpero di soldi pubblici. “Salviamo i nostri marò”. Ma da cosa e da chi andrebbero salvati? Su questa vicenda siamo solo d’accordo sul fatto che rifiutiamo anche noi una condanna a morte ma il governo indiano ha già più volte precisato che, in caso di riconosciuta colpevolezza, la pena non sarebbe né l’esecuzione capitale né l’ergastolo. Quindi attendiamo con fiducia il corso della giustizia.
Non ci vergogniamo di quanto abbiamo detto né di quello che ora scriviamo né intendiamo chiedere scusa.
Anzi chiediamo di poter esprimere le nostre idee e condurre le nostre battaglie perché siamo in democrazia e siamo perciò libere di esercitare il nostro pensiero e di agire con il limite del rispetto della dignità altrui.
Su questo ultimo punto infatti Lega Nord, FI e la destra imolese, invece, preferiscono manipolare il nostro pensiero proprio per distogliere l’attenzione sul vero problema per cui sabato scorso manifestavamo: la violenza contro le donne che nasce da una cultura profondamente maschilista, appunto quella dimostrata, anche in questa occasione, dalla destra imolese.
Marzia Montesano
Stefania Trevigno
Tra le organizzatrici di One Billion Rising Imola
Antonella Caranese
Segretaria Partito della Rifondazione Comunista Imola