ROMA , 31 GEN. 2015 – Sergio Mattarella, palermitano, classe 1941, è il nuovo presidente della Repubblica Italia con 664 voti di Pd, Ncd e Sel. Forza Italia vota scheda bianca mentre il M5stelle è rimasto compatto sul nome di Imposimato.
E’ stato deputato dal 1983 al 2008 prima tra le fila della DC e poi per il partito popolare e la Margherita. E’ stato anche ministro e dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare.
Il Pd dunque si è dimostrato compatto e ha seguito le indicazioni di Matteo Renzi che, nei giorni scorsi, aveva sparigliato le carte proponendo proprio il nome di Mattarella e disattendendo dunque il patto del Nazareno con Forza Italia.
Sergio Mattarella è noto anche per essere stato artefice della riforma del sistema elettorale che ha introdotto una preponderante componente maggioritaria. La riforma che da lui prende proprio il nome di Mattarellum.
Di Mattarella vengono ricordate alcune azioni proprie di chi ha la “schiena dritta” , scrive Repubblica, come quando “la sera del 26 luglio 1990, – con un gesto che ancora oggi Berlusconi ricorda – si dimise da ministro della Pubblica Istruzione perché Andreotti aveva posto la fiducia sulla legge Mammì, quella che sanava definitivamente le tre reti televisive del Cavaliere”.
Il Fatto quotidiano ne ricostruisce la vita, puntando l’attenzione anche sull’omicidio del fratello Piersanti che “presidente della Regione Sicilia e promotore di un processo riformatore critico verso il sistema dei finanziamenti pubblici e poco gradito ai boss, venne ucciso sotto gli occhi del fratello”. Militante nella corrente di Moro entra in Parlamento nel 1983. Sempre Il Fatto esordisce con una riflessione: “No, forse non passerà alla storia solo per il Mattarellum, la legge elettorale che nel 1994 avrebbe dovuto traghettare l’Italia verso laseconda Repubblica e che l’ha condotta invece, secondo i critici più feroci, nelle sabbie mobili del berlusconismo. Proprio quella legge che avrebbe adulterato a tal punto il sistema maggioritario invocato dagli italiani con le battaglie referendarie cominciate nel1991 da asservirlo con la quota proporzionale alle esigenze di sopravvivenza del vecchio ceto politico”.
Particolarmente critico l’intervento di Belpietro, direttore del quotidiano Libero: “Commoventi i ritratti pubblicati dai quotidiani ieri mattina, in particolare quello di Repubblica […] Una perla di servitore dello Stato che però, inspiegabilmente fino a ieri e per parecchi anni era stato dimenticato in soffitta, nominato infine giudice costituzionale. Nonostante l’oblìo cui era stato condannato, Mattarella per la testata diretta da Ezio Mauro ha un merito non secondario: essersi opposto nel lontano 27 luglio del 1990, in piena epoca del Caf, a una legge che favoriva le tv di Berlusconi. Una medaglia appuntata sul petto, dimenticata da tempo ma riscoperta per l’occasione. Un martire dello strapotere di Arcore, da mandare subito al Quirinale come risarcimento per il martirio”.
(Continua a seguire i nostri aggiornamenti con le opinioni dei rappresentanti della politica locale)
ALAN FABBRI (LN), uno dei grandi elettori della nostra Regione scrive: “Mattarella Presidente… Berlusconi esce da sconfitto e la sinistra del Pd e Sel che la settimana scorsa sono andati in Grecia a tifare Tsipras poi oggi votano un democristiano prima repubblica … E avanti!”. E come provocazione aveva sollevato la prima pagina del Manifesto del 1983 “non moriremo democristiani”. La proposta della Lega Nord era Vittorio Feltri.
PD LOCALE, gli auguri del sindaco di Imola Daniele Manca che scrive su fb: “buon lavoro presidente”, mentre il consigliere regionale Roberto Poli scrive: “Un grandissimo augurio al Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella, grazie ai Deputati, Senatori, Grandi Elettori del Partito Democratico, grazie al Segretario del Partito Democratico/Presidente del Consiglio Matteo Renzi per il grande lavoro politico svolto, finalmente l’unita che ci da forza e fiducia per affrontare le sfide che abbiamo davanti a noi!”
Soddisfatto l’onorevole Daniele Montroni che con orgoglio afferma: “io l’ho votato”.
CRITICHE A IMOLA SULLA GESTIONE DELLA VICENDA LEGATA ALLA NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Ma sul blitz di Renzi piovono critiche pesantissime anche a Imola dove il capogruppo FI Simone Carapia, ora invoca un avvicendamento nel suo stesso partito, ai vertici di Forza Italia, un partito autoreferenziale il cui leader non ha saputo tirare le redini.
“Pietosi i giri di valzer di questo presidente del Consiglio che prima cerca Forza Italia e Berlusconi per fare le riforme, poi sputa sull’alleanza e sfascia tutto. Ma è evidente che qui, a seguito di quanto accaduto, anche il nostro partito deve fare una pesante autocritica. Crediamo che Fitto abbia ragione sul fatto che sia necessario un azzeramento dei vertici di Forza Italia (pur non condividendone in pieno la “tesi” del fallimento totale): ma qui un ricambio è necessario, Forza Italia è diventato un partito assolutamente autoreferenziale che non traina più l’elettorato e che in Regione è passato da 11 consiglieri a 2, per colpa di quella politica, anzi di quella “non politica” che viene fatta a Roma”, tuona Carapia
E’ ora che ci svegliamo tutti, e lo dico in particolare ai vertici di partito, a un coordinatore provinciale e regionale impalpabili, che non danno direttive (li conosciamo solo di nome) e che lasciano i consiglieri andare avanti con le loro azioni isolate a macchia di leopardo, spesso e volentieri prendendo fango e insulti perché alla fine la gente è con noi che se la prende quando vede la poca incisività della politica nazionale. Qui o si cambia o si muore. E a livello nazionale dico: basta con il soccorso azzurro, basta con l’opposizione blanda. Il centrodestra deve rinascere senza compromessi e senza patti del Nazareno”, conclude Carapia.