IMOLA – Oltre 320mila euro da dedicare alla ricerca contro il cancro: questo il lascito testamentario di una cittadina imolese, Benedetta Baroni, scomparsa il 27 aprile 2012 all’età di 95 anni (era nata ad Alfonsine il 14 giugno 1917). Vedova dal 1998 di Tonino Baruzzi, senza alcun erede diretto (aveva perso il figlio Brunetto, ventunenne, in un tragico incidente stradale nel 1965), la Signora Baroni ha redatto nel 2001 un testamento olografo in cui dichiarava la propria volontà di donare tutti i suoi risparmi in danaro all’Ospedale di Imola per la lotta contro il cancro. L’Azienda Usl di Imola ha ricevuto dal notaio la notizia del lascito dopo la morte della Signora. Il testamento nominava l’Ospedale di Imola erede universale ad eccezione della casa, lasciata all’amico di famiglia Vito Giallorenzo, di due legati (uno alla Casa della Carità S. Francesco d’Assisi di Lugo, di 10 milioni delle vecchie lire ed uno di 5 milioni di lire ad un’amica a cui lasciava la custodia della cappella di famiglia, al Piratello) e delle spese per il funerale (sotto uno stralcio del testamento).
A circa due anni dalla comunicazione del lascito, l’Azienda Usl di Imola ha organizzato questa cerimonia per rendere noto alla cittadinanza imolese questo grande dono che la Signora Baroni ha voluto dedicare alla sua comunità e rendicontare puntualmente la destinazione dei fondi ricevuti.
Alla presenza delle massime autorità religiose, civili e militari del territorio, del Sindaco di Imola Daniele Manca, del Direttore generale dell’Ausl di Imola Maria Lazzarato, del co-erede e stretto amico della famiglia Baruzzi-Baroni, Vito Giallorenzo, che ha portato a testimonianza la storia di vita della Signora Baroni, i medici dell’Ausl di Imola hanno rendicontato alla comunità l’utilizzo dei fondi vincolati dalla signora alla lotta contro i tumori.
Tra il 2014 ed il 2015 l’Azienda ha infatti investito circa 220mila euro acquisendo:
– Criostato. Come ha spiegato alla platea il direttore di Anatomia Patologica dr Roberto Nannini, il criostato è uno strumento che permette il congelamento ed il sezionamento di preparati istologici (tessuti) e che ha permesso, a partire dal novembre scorso, di attivare l’analisi istologica in estemporanea, ossia in corso di intervento. Quando un chirurgo che opera un tumore necessita di una prima analisi istologica del tumore in corso di intervento, in quanto tale analisi indirizza il proseguo dello stesso, il tessuto asportato viene congelato, sezionato ed analizzato in loco dall’anatomopatologo che fornisce tempestivamente il referto operativo necessario. In questo modo è spesso possibile garantire in un’unica sessione operatoria il miglior risultato chirurgico di asportazione del tumore. Costo: 20.177,49 € iva inclusa
– 2 sistemi video per laparoscopia per sala operatoria utilizzabili per varie specialità chirurgiche e in particolare per interventi su tumori urologici e ginecologici. Il Dr Emilio Emili, direttore della UOC di Urologia, ha presentato questi innovativi sistemi a disposizione del dipartimento chirurgico che garantiscono la possibilità di asportazione dei tumori con la minima invasività e la massima efficacia. Costo: 120.000 € iva inclusa.
– 1 video colonscopio HD a guida magnetica (scope guide): endoscopio ad alta definizione video per esaminare a scopo di diagnosi e terapia il tratto inferiore (retto, sigma e colon) dell’apparato digerente. Viene collegato all’Unità di rilevazione posizione endoscopio UPD ScopeGuide per fornire una ricostruzione tridimensionale della sonda in tempo reale.
Costo: 50.742,24 € iva inclusa
– 1 incarico libero professionale per 25 ore settimanali ad un medico oncologo ricercatore per le attività di ricerca clinica sui farmaci innovativi e sulle ricerche di genomica.
Come ha spiegato il direttore della UOC di Oncologia Antonio Maestri, la trasformazione dei modelli teorici che studiano il metabolismo della cellula tumorale hanno portato allo sviluppo, negli ultimi decenni, di farmaci che colpiscono specifici bersagli presenti solo nella cellula malata e non in quella sana. Il meccanismo è quindi differente da quello alla base della chemioterapia, che invece agisce contro tutte le cellule che si riproducono velocemente, siano esse tumorali o normali. Oramai questi farmaci sono numerosi ed utilizzati nella pratica clinica quotidiana sia in oncologia che in oncoematologia. In alcuni casi particolari, essi hanno modificato la biologia della malattia e migliorato notevolmente l’aspettativa di vita dei pazienti. In altri, in associazione alla chemioterapia, hanno portato almeno ad un miglioramento del decorso clinico. Ad Imola, oggi, questi farmaci vengono utilizzati quotidianamente per linfomi, leucemie, melanomi, tumori della mammella, del rene, del colon, del polmone, ecc… L’elenco delle malattie trattabili in questo modo si allunga sempre di più.
Nel campo delle innovazioni farmacologiche, la UOC di Oncologia dell’Ausl di Imola diretta dal Dr Antonio Maestri è già inserita da qualche anno in protocolli di ricerca clinica incentrata sull’uso di questi nuovi farmaci o su nuove indicazioni di utilizzo. Fare parte delle reti scientifiche è fondamentale per essere all’avanguardia e costituisce una proficua contaminazione per le equipe professionali. Per le persone che si assiste, ciò significa aver a disposizione trattamenti sperimentali innovativi, terapie all’avanguardia ancora fuori commercio, senza che peraltro questo “incida” sui bilanci del servizio sanitario pubblico.
Questa ricerca su farmaci è però molto impegnativa: deve seguire tappe codificate a livello internazionale, a tutela della salute dei malati. La ricerca clinica su una nuova molecola parte dall’elaborazione di un protocollo che definisce chi può entrare nella sperimentazione, quali caratteristiche deve avere (sesso, età, tipo di malattia, gravità della stessa) che viene poi sottoposto a una serie di enti di controllo scientifici ed etici. Superata questa prima fase la ricerca entra negli ospedali abilitati ad effettuarla per le verifiche su pazienti, che devono essere selezionati dai ricercatori clinici secondo il protocollo e seguiti nel tempo raccogliendo via via tutti i dati necessari alla valutazione dell’efficacia del farmaco.
Altro importante campo di sviluppo dell’oncologia è quello della cosidetta genomica: ogni singola neoplasia viene caratterizzata per una serie di geni così da poter stabilire la sensibilità verso certi farmaci piuttosto che altri; ciò consente di sorpassare l’empirismo che ha caratterizzato la scelta dei trattamenti oncologici fino a tempi recenti a favore di una scelta “su misura” per ogni paziente che consenta di dare le maggiori garanzie possibili di un’efficacia terapeutica.
Grazie alla donazione Baroni l’Azienda Usl può oggi dedicare una risorsa medica a quest’attività di ricerca. L’incarico è stato affidato con procedura pubblica comparativa al dr Leonardo La Torre nel dicembre 2014 ed ha validità di 1 anno eventualmente rinnovabile per un valore di circa 30mila euro.