SAN LAZZARO – Il 29 gennaio il Consiglio comunale di San Lazzaro di Savena deciderà se dare o meno il via libera alla commissione d’inchiesta sull’espansione edilizia “anomala” degli ultimi anni richiesta a gran voce dal gruppo Forza Italia. Richiesta nata dopo la decisione della giunta di bloccare il Piano operativo comunale e di conseguenza il progetto Idice (circa 600 appartamenti) che avrebbe dovuto essere realizzato da una cordata di cooperative. Le quali, ovviamente, hanno intenzione di opporsi al provvedimento a suon di azioni legali.
Ma il vero caso nazionale era scoppiato per via delle “pressioni e minacce” che sarebbero arrivate al sindaco Isabella Conti, che si è rivolta addirittura alla magistratura dopo aver ricevuto alcuni avvertimenti sul “guaio” che avrebbe passato se avesse bloccato il progetto. Nella conferenza stampa di ieri, i consiglieri di Forza Italia, Francesco Rossi e Samuele Barillà hanno ribadito la necessità di una commissione d’inchiesta che si vada a costituire prima del 12 febbraio, la data ‘fatidica’ in cui il Consiglio dovrà decidere sulla decadenza del POC.
“Solo la Commissione può mettere in piedi un’operazione trasparenza doverosa per la nostra città – spiega il consigliere Rossi – . Serve fare chiarezza almeno dal 1999, anno in cui San Lazzaro è stata messa al centro di una grande speculazione edilizia”. La decadenza del Poc, un atto tanto importante che potrebbe produrre ripercussioni legali da parte delle cooperative interessate, è di fatto in mano al Consiglio comunale. Forza Italia, nei giorni scorsi, aveva definito questo voto “inutile e pericoloso”, un tentativo di scaricare sui consiglieri una responsabilità immane che in realtà è frutto di scelte politiche sbagliate operate negli anni addietro. “Anni in cui anche il sindaco Conti sedeva in consiglio e non si è mai opposta al progetto Idice – prosegue Rossi -. Tra l’altro lo stesso sindaco che aveva bloccato un cantiere nella prima periferia di San Lazzaro lo scorso 26 giugno, perché il comitato cittadino si era opposto al taglio degli alberi, lo ha sbloccato il 29 dicembre senza nessuna garanzia rispetto alla tutela degli stessi alberi”.
Sulla vicenda interviene anche il capogruppo FI Samuele Barillà che critica la linea “soft” del sindaco Isabella Conti sulla commissione d’inchiesta: “il primo cittadino dice di non avere nulla in contrario alla nostra proposta di commissione d’inchiesta, organo previsto dal regolamento del consiglio comunale, ma subito dopo aggiunge che si tratterebbe di ‘uno studio di analisi che rischia di ingessare il comune’, con gli uffici ‘con la testa rivolta al passato’. Il sindaco non nasconde quasi la totale mancanza di volontà politica ad approvare uno strumento previsto dallo stesso regolamento per capire e far luce su vicende poco chiare e che hanno portato all’attuale situazione urbanistica, addirittura insinuando che sia un modo questo per la minoranza di tergiversare se non di evitare il voto sulla decadenza del progetto. Il sindaco confonde il piano politico-amministrativo con quello giudiziario, ed è grave perché dovrebbe doppiamente conoscerne le differenze, una volta come sindaco e un’altra come avvocato. Ci sorge il dubbio che questa ritrosia e queste motivazioni abbastanza risibili per opporsi alla commissione d’inchiesta nascondano una precisa intenzione di non volere far luce su tutto quello che ha rappresentato l’urbanistica a San Lazzaro e che per anni ha interessato e tuttora interessa la magistratura: due su tutte, le “case gialle” e il cantiere di via Galletta, guarda caso sempre vicende di edilizia convenzionata”.