IMOLA – “Tsipras è per noi un punto di riferimento praticamente da Genova 2001. L’affiliazione ufficiale con Rifondazione è avvenuta alle scorse europee e ovviamente siamo contentissimi che la sua proposta politica abbia trovato riconoscimento in Grecia, in un paese in default dove la sinistra oggi rappresenta la speranza”.
Parla così Antonella Caranese, segretaria del partito della Rifondazione comunista a Imola, puntando l’accento sulla “paternità” di Rifondazione rispetto all’affiliazione con Syriza, partito di Alexis Tsipras che in Grecia ha vinto le elezioni toccando il 37%.
Il progetto di affiliazione nasce ufficialmente con le elezioni europee: L’Altra Europa comprende la coalizione Sel e Rifondazione. Alle regionali, invece, Sel corre con il Pd di Bonaccini, mentre Prc e Pdc fondano l’Altra Emilia Romagna. Insomma, se Sel continua a essere il partito “banderuola”, Rifondazione – come spiega Caranese – “prosegue nel suo percorso di sinistra, visto che il Pd oggi non è assolutamente un partito di sinistra”.
A livello europeo c’è da fare i conti con la vittoria di un presidente come Tsipras “che ha creato un partito sociale per rispondere ai bisogni della gente. Pensiamo ai progetti come le farmacie e gli ambulatori medici sociali, un partito solidaristico”, prosegue Caranese.
“Ma vedo che tutti hanno avuto la sensazione di un cambiamento reale con le elezioni greche. Sia a destra che a sinistra, incredibilmente questo avvicendamento viene visto di buon occhio. Non il ritornello ‘oddio i comunisti hanno preso il potere’, probabilmente perché Tsipras viene percepito come una risposta indipendente e autonoma dagli equilibri europei e da più parti si guarda a lui come a una speranza. Non ha una maggioranza assoluta e dovrà fare degli accordi, chiaramente la sua non è una proposta rivoluzionaria. Ma indubbiamente Tsipras andrà a rinegoziare i vincoli dell’Austerity e i tempi per la restituzione del debito”, afferma Caranese.
E in Italia? “In Italia dobbiamo fare molta autocritica. Siamo in assoluto la sinistra più debole in Europa. La Grecia ci ha dato una lezione, soprattutto di umiltà. Come sinistra abbiamo il dovere di fare un passo indietro per farne due avanti, smettere di parlare un linguaggio da intellettuali e frammentarci in mille sfumature identitarie, per diventare un partito di stampo sociale che risponda ai bisogni reali della gente”. (b.m)