Se nelle intenzioni la mozione sul tema della donazione degli organi presentata dal Pd può essere indubbiamente encomiabile, nella realtà dei fatti il rischio è quello di generare un po’ di confusione intorno a un tema relativo al progetto “Carta di identità” le cui modalità di attuazione sembrano non essere ancora troppo chiare.
Va sottolineato che analoga mozione è già stata presentata in un altro Comune del Circondario, quello di Castel Guelfo, ma a firma del Movimento 5 stelle. E in quell’occasione la maggioranza Pd l’ha bocciata con delle motivazioni tutto sommato condivisibili.
C’è intanto da dire che attualmente sono parecchi i metodi tuttora in vigore per dichiarare la propria volontà di donare gli organi. La modulistica apposita è presente nelle Ausl, nelle aziende ospedaliere, ci si può anche rivolgere al medico di famiglia. Addirittura in Comune è possibile compliare una dichiarazione in tal senso su foglio semplice.
Inoltre – almeno così pare di intendere nella mozione firmata dal Pd – non vorrei ci fosse il fraintendimento sul fatto che l’assenso alla donazione degli organi venga riportato direttamente sulla carta di identità. Su questo punto infatti sembra esserci confusione in materia. A Castel Guelfo il Pd ha espressamente ribadito, dopo essersi informato, che la scritta non compare direttamente sulla carta di identità ma si tratta solo di una dichiarazione fatta in sede di anagrafe.
Come Forza Italia riteniamo che questo sia un punto fondamentale da chiarire. Perché se si tratta solo di una dichiarazione in sede di anagrafe, che può essere espressa anche in altre sedi, dall’Ausl all’Aido, per esempio, la proposta può anche trovare il nostro appoggio.
L’indicazione troppo esplicita invece sulla carta di identità genera in noi qualche perplessità. Si tratta di un dato troppo sensibile da “spiattellare” su un documento pubblico e non vorremo che ciò generasse dei “condizionamenti” nel personale medico chiamato a salvare la vita delle persone. Sia chiaro che su questo punto non vogliamo essere fraintesi e non vogliamo gettare ombre sulla professionalità del personale medico. Ma su dati tanto sensibili riteniamo che sia necessaria una riflessione seria specie se si tratta di intervenire e in qualche modo “legiferare” relativamente a quella zona “grigia”, di “limbo”, tra la vita e la morte.
Considerando poi che già in un Comune la proposta è stata bocciata proprio dal Pd, forse su questi temi servirebbe un coordinamento a livello circondariale.
Simone Carapia
Capogruppo Fi Imola e Nuovo Circondario imolese