SAN LAZZARO – Due commissioni a porte chiuse per discutere dell’atto che porterà verosimilmente alla delibera che bloccherà la “colata” di cemento del progetto Idice a San Lazzaro di Savena. La famosa colata, ovvero un progetto di espansione edilizia di circa 600 appartamenti che la giunta vorrebbe bloccare per la mancata riscossione della fidejussione da parte della Cesi, cooperativa fallita che faceva parte di quella cordata che avrebbe dovuto realizzare la “new town” di San Lazzaro. Un vero e proprio caso nazionale per via delle “pressioni e minacce” che sarebbero arrivate al sindaco Isabella Conti, che si è rivolta addirittura alla magistratura dopo aver ricevuto alcuni avvertimenti sul “guaio” che avrebbe passato se avesse bloccato il progetto. Se da un lato lo scontro legale tra ditte costruttrici e amministrazione è quasi certo, la patata bollente ora è in realtà nelle mani del Consiglio comunale che dovrà approvare o bocciare il POC, il piano operativo comunale, l’unico strumento urbanistico a oggi che può dare il via a quella colata.
Intanto però non si placano le polemiche da parte del gruppo Forza Italia che aveva chiesto una commissione di inchiesta al riguardo. In particolare FI deplora “l’atteggiamento di Sindaco e Giunta, e in particolare della maggioranza PD-SEL, che dopo aver approvato la pianificazione urbanistica in ogni sua fase nei mandati precedenti (col contributo dell’attuale sindaco, consigliere comunale DS-PD per 10 anni e poi assessore al Bilancio dell’ex sindaco Macciantelli), cerca ora di scaricare sul consiglio comunale una decisione che proviene dagli organi di governo dell’amministrazione, ossia appunto le giunte comunali”. I consiglieri comunali Francesco Rossi e Samuele Barillà fanno infatti notare come il Pd in questi anni abbia sempre approvato quel progetto dal sapore di espansione edilizia “anomala”.
“Il POC infatti è solo la penultima parte del procedimento di pianificazione del territorio, viene redatto in applicazione di quanto concesso dal PSC e dal RUE (il vecchio Piano Regolatore Generale). Se il POC non viene attuato “perdono di efficacia le previsioni non attuate” ma rimangono valide le disposizioni del PSC e del RUE (approvati rispettivamente nel 2009 e nel 2010) che hanno durata 15 anni, pertanto, la potenzialità edificatoria di quelle zone resta immutata fino al 2024 ed infatti secondo l’art. 10 dell’attuale POC qualora non venga ottemperato agli obblighi il Comune può ri-pianificare il comparto rimandando l’attuazione ad un successivo POC” , spiegano i consiglieri.
Intanto il 12 febbraio sarà la data del voto decisivo. Un voto inutile e pericolo, affermano da Forza Italia, perché “il clima di totale propaganda mediatica a favore del Sindaco non ha di certo aiutato i consiglieri comunali a capire la complessità della vicenda, sulla quale vi è la netta l’impressione che ci sia interesse a chiuderla in fretta senza le dovute cautele e soprattutto senza aver chiare eventuali conseguenze legali e amministrative per il consiglio comunale stesso. Il voto del 12 febbraio (se in tale data sarà effettivamente previsto) si rivela dunque inutile e pericoloso: inutile perché, come si è già detto, non modifica l’edificabilità delle aree oggetto del POC; pericoloso perché espone i consiglieri comunali al rischio di contenziosi in sede civile e contabile (come del resto parrebbero pensare anche i consiglieri di maggioranza, preoccupati ora dal sostegno al sindaco espresso dal premier Renzi)”.
Forza Italia ribadisce la volontà di arrivare ad una commissione d’inchiesta sulle vicende urbanistiche che hanno segnato il territorio negli ultimi anni,”per comprendere appieno i termini della vicenda e far sì che si arrivi ad una ri-pianificazione urbanistica che vada nella direzione della riqualificazione del cemento già esistente. Se non ci fosse stato il problema del mancato versamento di una fideiussione da parte di un soggetto attuatore, l’attuale Giunta avrebbe messo in discussione la pianificazione urbanistica decisa nel PSC? Ne dubitiamo”.
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