IMOLA – “Purtroppo senza grosse sorprese, scopriamo che anche Imola è tra le città sorvegliate speciali sul fronte della lotta al terrorismo islamico e che, anche nel 2013, uno di quegli “imam erranti” che cercano combattenti da arruolare è transitato da Imola, ha messo piede nella Casa della Cultura islamica. L’appuntamento religioso, che risale al 28 maggio 2013, è ancora in bella vista sul sito del centro culturale”.
Comincia così la nota stampa di Simone Carapia, capogruppo Forza Italia Imola che punta i riflettori sulla figura di Musa Cerantonio, nato a Melbourne da padre italiano e madre irlandese e convertitosi all’Islam all’età di 17 anni. Nel 2013 fu ospite della casa della Cultura islamica di Imola. Ma oggi il suo nome, come scrive Repubblica – è tra quelli degli “imam erranti” che reclutano combattenti in tutto il mondo per la causa islamica. “Secondo uno studio dell’International Centre for the study of Radicalisation londinese – scrive ancora Repubblica – si contende con Musa Jibril Ahmad il primato di predicatore più seguito sui social dagli occidentali che si arruolano con lo Stato islamico”.
Su youtube in riferimento a un filmato che lo ritrae come uno dei capi dell’Isis leggiamo: “Predicatore della guerra santa, nato in Australia da padre italiano e madre irlandese, due anni fa era stato accolto come una star nel nostro paese. A Brescia in un programma islamico di una tv locale e a Imola, Pordenone, Ferrara e Milano tenne avvincenti sermoni in italiano. Dal 3 luglio ha deciso di raggiungere il nuovo stato islamico dell’Irak e della Siria. In risposta all’appello del califfo, Abu Bakr Al-Baghdadi, che invitava da tutto il mondo «i predicatori e gli esperti islamici nei campi militare, sanitario, ingegneristico e amministrativo» a unirsi alla causa dopo l’avanzata su Bagdad”.
Il direttivo della Casa islamica, interpellato da Il Resto del Carlino – sulla presenza di Cerantonio a Imola ha inizialmente glissato. Poi Sabir, il presidente, ha ammesso che Cerantonio era considerato una sorta di star in Tv, “sembrava una persona per bene, un moderato, uno che raccontava la sua personale storia di conversione e faceva lezioni di teologia”.
“Sono queste le incongruenze, i dubbi che dobbiamo risolvere – affonda Carapia -. E che il sindaco stesso non vuole risolvere. Dubbi che minano la fiducia certo ma che sono doverosi per “stare tranquilli in casa nostra”. Non possiamo pensare che, dando queste autorizzazioni a creare centri culturali islamici, poi possa capitare che al loro interno maturino queste ideologie fondamentaliste e che potrebbero sfociare nel terrorismo. Che soluzioni vuole mettere in campo il sindaco e la giunta?”
Anche il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, chiede garanzie sulla realizzazione delle moschee e ha presentato una risoluzione all’Assemblea legislativa nella quale si chiede alla Giunta regionale, mediante gli uffici competenti, “di precisare agli enti locali che, in assenza delle garanzie costituzionalmente affermate, tutti i progetti finalizzati alla realizzazione di luoghi di culto presentati da soggetti che non rientrano nelle previsioni di cui all’articolo 8” della Costituzione “devono essere sospese”. Il riferimento è alle religioni diverse da quella cattolica, con la quale i rapporti con lo Stato sono disciplinati per legge. Per i luoghi di culto di altre religioni, Bignami chiede anche di intervenire presso gli enti locali affinché i medesimi “non procedano al rilascio di titoli abilitativi che non si pongano in piena armonia e in effettivo rispetto delle previsioni della normativa urbanistica ed edilizia regionale, nonché delle altre norme, non meno importanti, previste dal nostro ordinamento giuridico nazionale e regionale”.
Infine, il consigliere chiede che la Regione si attivi “per una moratoria finalizzata a bloccare tutti gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di edifici con affermata destinazione religiosa che non si collochino su terreni all’uopo destinati”.
Anche la Lega Nord regionale sostiene la necessità di dotarsi di una legge ad hoc per fronteggiare l’emergenza del proliferare di nuovi centri islamici (spesso centri culturali di facciata, in cui si esercita attività di culto in locali inidonei). “Sarebbe perciò necessario che l’Emilia-Romagna – dicono gli esponenti regionali del Carroccio – seguendo l’esempio di altre Regioni italiane, fornisse alle proprie amministrazioni comunali principi legislativi omogenei per l’insediamento di attrezzature e di centri destinati ai servizi religiosi, allo scopo di garantire quattro obiettivi fondamentali: meccanismi che consentano ai cittadini di esprimersi sulla costruzione dei centri islamici; un’adeguata qualità urbana delle aree e degli edifici da destinare a luoghi di culto; strumenti di controllo che consentano di verificare che questi centri non diventino luoghi di propaganda, ed infine, strumenti per assicurare la sicurezza e l’ordine pubblico”.