Siamo fiduciosi sul buon esito del ricorso per ottenere il Referendum che dia la possibilità ai cittadini di esprimersi sull’appartenenza o meno di Imola alla Città metropolitana di Bologna. Per completezza di informazione, visto che chi governa la Città – oltre a non voler dare la parola ai cittadini – sembra non voler dare nemmeno una visione completa della situazione, forniamo l’esempio della città metropolitana di Catania.
Qui il Comune di Acireale ha deliberato lo scorso 10 aprile 2014, la fuoriuscita dalla Città metropolitana di Catania. L’amministrazione ha sostenuto infatti che Acireale può tranquillamente porsi a capo di un Libero consorzio comunale, organismo istituito dalla Regione Sicilia. Secondo il DDl sull’Istituzione dei Liberi consorzi, questi organismi saranno formati inizialmente dai comuni delle rispettive province, salva la possibilità di spostamento entro sei mesi ad un altro libero consorzio territorialmente contiguo. Analogamente, entro lo stesso termine i comuni compresi nelle aree metropolitane già individuate con decreto del Presidente della Regione del 10 agosto 1995 potranno aderire alle Città metropolitane, staccandosi dal libero consorzio di appartenenza.
Insomma, una libertà di scelta che qui in Emilia Romagna sembra non esserci. Sembra che tutto sia “ingessato” e che si debba accettare supinamente l’applicazione di una legge Del Rio che, a detta del sindaco Manca, non prevede vie d’uscita per Imola.
Noi non siamo affatto d’accordo. La Regione Sicilia legifera sui Liberi consorzi e anche la Regione Emilia Romagna può trovare forme istituzionali tali da garantire le spinte di autonomia dei territori. Vogliamo giusto ricordare che noi, a Imola, siamo già l’emblema della “legiferazione ad hoc”. Il Nuovo Circondario Imolese è stato creato con una legge regionale per garantire l’autonomia di questo territorio. Cosa vieterebbe dunque al Comune di Imola di deliberare, a seguito di un referendum, la fuoriuscita dalla Città metropolitana di Bologna e porsi a capo di una sorta di Libero consorzio come accaduto in Sicilia? Le possibilità esistono e si stanno già sperimentando. Chiederemo dunque a livello di Circondario che venga verificata questa possibilità e che ogni territorio sia libero di decidere a quale ente aderire senza accettare supinamente una riforma istituzionale che nulla a che vedere con la democrazia.
Simone Carapia
Capogruppo FI Imola e del Nuovo Circondario Imolese