di Brigida Miranda

Che le amministrazioni di centrosinistra debbano seriamente ripensare alle politiche sulla sicurezza è lampante. Le cittadine tranquille non esistono più. Imola – la tranquilla Imola – registra una media di 11 furti al giorno e qualcuno si ostina a dire che i dati “sono nella media”. Due giorni fa i ladri sono entrati anche nel palazzo comunale, hanno sfasciato tutto, porte e finestre e rubato i portatili. In pieno centro storico.
Nelle ultime settimane anche la ridente Valle del Santerno è stata interessata da un’ondata di furti, tra Fontanelice e Borgo Tossignano. Parliamo di Comuni piccolissimi dove tutti si conoscono. Ieri mattina un pizzaiolo a Imola ha sventato un furto perché si era procurato un taser, uno di quei dispositivi a scarica elettrica che servono a immobilizzare. La sola vista dell’apparecchio è basta a paralizzare il malvivente. La notte scorsa una famiglia castellana è stata narcotizzata e derubata di tutto, auto compresa. All’Outlet di Castel Guelfo i furti sono all’ordine del giorno e puntualmente i ladri vengono rimessi in libertà. Per non parlare delle spaccate notturne alla Coop.
Ieri mattina a Imola l’annuncio che una banda di sette albanesi è stata sgominata. Si erano resi responsabili nel 2011 anche di una rapina in villa durante la quale avevano sequestrato in casa due anziani. Quanto tempo resteranno in carcere?
A Bologna sono anni che il Comitato Azione Bolognina fa le ‘ronde’. Quella brutta parola che le amministrazioni di centrosinistra non vogliono nemmeno sentire perché sa tanto di Lega Nord. Ma la realtà è che quando la gente si sente abbandonata dalle istituzioni si organizza da sé. Comincia a presidiare il territorio, attiva il sistema di allerta Sms come sta accadendo in tantissimi quartieri di Imola e Circondario, si procura strumenti di difesa, installa sistemi di allarme, mette le grate alle finestre. Comincia anche a pulire le città, a ridipingere i muri invasi dai graffiti. Ma da sola non può farcela. Se non sente la vicinanza delle Istituzioni, rischia di diventare preda della rassegnazione.
Perché quando vedi che la tua Città, che sia Imola o Bologna, diventa giorno dopo giorno vittima del degrado, della sporcizia, dell’accattonaggio, della prostituzione, la gente comincia a chiudersi in se stessa e nelle proprie case. Diventa diffidente. E invece la città ce la dobbiamo riprendere. La dobbiamo frequentare. E dobbiamo far sentire forte alle Istituzioni che la loro presenza è indispensabile. Che questa presenza noi la pretendiamo, perché è un nostro diritto. Perché un sindaco non può nascondersi dietro una finta ideologia che tutto giustifica e tutto permette. Perché bisogna gridare forte che il degrado lo si vuole veramente contrastare. Basterebbe che ogni tanto il sindaco facesse una passeggiata notturna con i suoi cittadini per far sentire la presenza dell’Istituzione. Basterebbe semplicemente scendere tra la gente. Non come fa puntualmente il sindaco di Bologna Virginio Merola che davanti a un degrado crescente nella città che amministra, una città che sta diventando un dormitorio a cielo aperto per senzatetto, si gira dall’altra parte. O come quando ci si ostina a parlare di ‘provocazione’ se Salvini gli fa notare che quel campo Rom andrebbe chiuso. Ma non perché lì ci sono i Rom. Ma perché quello da anni non è più un campo nomadi, se la gente che è lì ci vive da 30 anni, con le case piantate in terra. Andrebbe chiuso perché lì nel 2013 ci fu una maxioperazione antidroga: 19 arresti per spaccio e numerosi oggetti recuperati e risultati rubati. Tra cui una pistola. Quel campo andava chiuso subito dopo quell’operazione e i minori affidati ai servizi sociali, come si fa con qualunque famiglia italiana in questi casi.
La gente è stanca di vedersi ideologizzare la sicurezza. La gente vuole vivere la propria città in sicurezza. La città dove paga le tasse e dove ha scelto di restare. E questi amministratori devono spogliarsi di queste inutili ideologie sinistroidi e cominciare a guardare in faccia alla realtà. A dichiarare guerra alla criminalità senza se e senza ma. E a riportare al centro la legalità, senza doppi pesi e doppie misure.

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