“Abbiamo appreso dal personale coinvolto e da un documento tecnico che il Comune di Imola intende riorganizzare i Servizi rivolti all’infanzia. Dai dati si evince che e’ intenzione dell’amministrazione aumentare le tariffe”. A lanciare l’allarme e’ la Cgil, con una nota firmata dalla numero uno della Fp, Isabella Sabattani, insieme a Mirella Collina della segreteria confederale.
L’amministrazione comunale “non ha convocato le organizzazioni sindacali di categoria e i sindacati confederali per discutere dell’organizzazione dei servizi ai cittadini, della loro qualita’- si legge nella nota- e degli aumenti che per noi sono inaccettabili, soprattutto in un momento cosi’ difficile per le famiglie e la comunita’ “.
Evidentemente, anche gli amministratori locali “si sono omologati al ‘Renzi pensiero’ che non tiene conto della situazione reale in cui si trovano i cittadini imolesi – attacca la Cgil – ed evita il coinvolgimento dei lavoratori e il confronto con i sindacati”. Per la Cgil e’ “inaccettabile apprendere che viene messa in atto una riorganizzazione dei Servizi all’infanzia- continua la nota- attraverso la presentazione di una scheda tecnica dei progetti di miglioramento approvati dalla Giunta comunale, senza conoscerne l’obiettivo politico”. Gli amministratori imolesi, “nel passato, si sono sempre fatti lustro dell’alta qualita’ riconosciuta dei Servizi all’infanzia della nostra citta’- continua la nota- e questo e’ stato possibile grazie al coinvolgimento del personale e delle
parti sociali”.
Oggi, “amaramente constatiamo, a differenza del 2009 quando avvenne una riqualificazione ed innovazione dei Servizi all’infanzia con il coinvolgimento di tutte le parti- scrivono Sabattani e Collina- che quel passato fatto di dialogo e’ terminato” perche’ oggi, “come a livello nazionale, la parte politica demanda tutto al tecnico, spogliandosi delle sue responsabilita’ e lasciando fuori dalla porta le organizzazioni sindacali”. In conclusione, “ci chiediamo quale valore l’amministrazione dia ai Servizi dell’infanzia, se intende ancora mantenerne l’alta qualita’ sotto il profilo pedagogico e culturale- recita il comunicato- o se il nuovo modello e’ quello dell’assistenzialismo”. (Fonte: Dire)