Ci tengo proprio a commentare i dati di Imola. Della ‘rossa’ Imola, dell’unica città in tutta Italia che, pur non essendo provincia, aveva la federazione autonoma del PCI (che oggi ovviamente si è trasformata in federazione PD). Ci tengo perché io faccio sempre delle letture un po’ sui generis, forse anomale. Ma, sinceramente, non me ne frega nulla. Proprio non me ne frega di mettermi a paragonare i dati delle ultime regionali 2010 con le regionali 2014.
Ma come cavolo si fa a paragonare due periodi tanto lontani tra loro? Quattro anni in termini politici sono un’eternità: perché il popolo italiano è strano, ha la facoltà di far schizzare un partito dal 4 al 20% se si identifica nel leader. E poi non si era ancora in piena crisi, la cooperazione tutto sommato andava bene, Errani era considerato uno dei leader più capaci d’Italia, il Movimento 5stelle si affacciava sulla scena politica con Favia, c’era ancora il Popolo della Libertà che era al Governo nazionale, Maroni ministro dell’Interno. Cioè, qui parliamo di preistoria politica.
Allora mi sono detta che forse sarebbe stato meglio fare il paragone con le europee dello scorso maggio, l’unico vero parametro per testare l’effetto Renzi/Errani/Manca/Photored nello storico laboratorio della sinistra. Il paragone con le europee è utile anche perché, nel giro di pochissimi mesi, Imola è stata travolta da una serie di scandali senza precedenti. Ed è nel breve periodo che si ‘testa’ l’elettorato, perché gli italiani, (e pure gli imolesi che sempre italiani sono) si sa, hanno la memoria corta. E il polso del gradimento lo si misura meglio nel momento di massima incazzatura del popolo. E, devo dire, che il Pd si è impegnato parecchio per far incazzare gli imolesi. Il Partito Democratico a queste regionali conquista, a Imola, appena 9301 voti ‘reali’, cioè gente che fisicamente è andata a votare. Alle Europee, con l’iniezione di fiducia da 80 euro di Renzi, i voti erano stati 21.027. Differenza di 11.726 voti anzi… persone. Perché?
Da maggio a novembre è accaduto praticamente di tutto. Provo a sintetizzare.
Vasco Errani condannato per falso ideologico, suo fratello per truffa nell’affaire Terremerse. Il governatore si dimette. Corsa al totocandidato. Manca si propone. Putiferio generale nel partito. Arrivano Richetti, Bonaccini, la Costi e Bianchi, insieme all’ex sindaco di Forlì Balzani, l’unico che c’era fin dall’inizio. Manca si ritira dalla corsa. Lui se non si sente calato dall’alto a mo’ di investitura divina non è a suo agio. Buona fortuna a tutti, io resto a fare il sindaco. Ma, sorpresa, Richetti e Bonaccini si scoprono indagati nell’ambito dell’inchiesta spese pazze. Richetti si ritira, Bonaccini no. Ci si deve preparare alle primarie, abbiamo un candidato indagato a cui ricostruire la verginità. Intanto la Città di Imola rimane amministrativamente immobile. Dell’assessore al Lavoro, Mirco Cantelli, si perdono le tracce. Nel frattempo fallisce un colosso della cooperazione, la Cesi, 400 posti di Lavoro. Di Cantelli non c’è traccia. Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, imolese pure lui, va e viene dalla Città. Ma di Cesi si presenta a parlare solo alla Festa del Pd. Poletti salvaci tu. Ci penso io, dice Poletti. Un anno di cassa. Forse ce la facciamo a portare a casa il risultato, pensa Raccagna. Nemmeno il tempo di respirare che fallisce la 3Elle, 270 posti di lavoro. E stavolta Poletti entra dal retro del teatro Ebe Stignani per evitare i lavoratori inferociti. In fondo lui era sempre presidente di Legacoop. In mezzo ci starebbe anche l’alluvione del 20 settembre che sommerge i paddock dell’Autodromo. Ma il fango spalato in quell’occasione è poca cosa rispetto alle tonnellate di fango mediatico che piovono sul partito democratico imolese. Lo so, sto perdendo la cronologia. Torniamo alle primarie. La vera priorità del Pd.
28 Settembre, Bonaccini trionfa con un 60% regionale, vuoi vedere che la gente non è ancora così stanca. Forse la corda non si è ancora spezzata. Però, cavolo, a Imola Balzani sfiora l’impresa e si ferma al 49%. Dobbiamo rimediare. Settimana successiva, primarie dei consiglieri. L’apparato di partito indica Pariani e Visani. Vincono Poli e Marchetti. Oddio, pensa Raccagna, ma questo popolo cosa vorrà poi? Gliel’abbiamo detto chi votare, chiaro e tondo. Ma forse hanno capito male. Vabbè passi stavolta, vediamo di avere a disposizione il tempo fisiologico per addormentare di nuovo l’elettorato. Soprattutto quello dagli 80 anni in su. Quelli devono rimanere nella convinzione che siamo ancora gli eredi del Pci. Forse ce la facciamo. Inchiesta spese pazze. Indagati tutti. Pure la Pariani. Allora lo fate apposta. Vuoi vedere che Berlusconi aveva ragione a parlare di giustizia a orologeria. Meno male che la Pariani ha perso le primarie. Oddio però Poli è un dipendente Terremerse. Ok, non lo diciamo nello spot elettorale. Scandalo sex toy. Ma proprio una del Pd lo doveva comprare? Ma quella è stata eletta a Parma, ci possiamo ancora salvare. Abbiamo ancora una giustificazione. Speriamo che stavolta il popolo entri nella fase Rem in un tempo relativamente breve. Meno sette giorni alle elezioni. Inchiesta di Report sulle scorie tossiche sotto Bologna. Cavolo c’entra Hera. Ma mica li abbiamo avvelenati noi i suoli di Bologna. Noi siamo quelli bravi. Non diciamo proprio chiaro e tondo che Merola comanda nella Città metropolitana. No, non parliamo di Città metropolitana che poi si svegliano quelli del Referendum. Diciamo che vogliamo scaldare i cuori. Sì, la comunicazione è il nostro forte. Cambiamo il futuro. Ma non troppo. Meno quattro giorni alle elezioni. Inchiesta Photored. La Guardia di Finanza sequestra tutte le macchinette che fanno le multe ai semafori. Indagati sindaco e vicesindaco di Imola. Mezza ex giunta. Ma cosa gli è preso a Gustapane? Scusate ma la magistratura non era rossa pure qua? Quante multe avremo fatto? Non mi ricordo. Come ci giustifichiamo? Forse se rilascio un’intervista a Repubblica dove dico che “la sinistra siamo noi” forse posso rimediare, pensa Manca. Ok, fammi preparare. Ricostruiamo il rapporto con i cittadini…bla bla bla… il virus del sospetto… Meglio ripetere, non vorrei confondermi con quello dell’Ebola. Che poi la gente si ricorda dei profughi e vota la Lega. Ok, ce la posso fare. No, ragazzi stavolta è finita, come si fa ad anestetizzare un popolo in tre giorni. 23 Novembre. Silenzio assoluto fino alle quattro del mattino. Bonaccini vince. Coalizione al 49%. Pd a Imola al 46%. Meno male che i vecchi non guardano tanta televisione e non vedono abbastanza per stare lì a leggere i giornali. E l’astensionismo? Vabbè, stavolta daremo la colpa a Renzi, perché ha eliminato l’articolo 18 e la Cgil si è incazzata. Mica può essere sempre colpa nostra. Dici che la gente si ricorderà che Poletti è imolese? Oh ragazzi, abbiamo vinto pure stavolta. Ma non chiedeteci come abbiamo fatto.