L’Associazione Culturale Primola, ha predisposto e realizzato la seconda edizione della ricerca sulla condizione scolastica e lavorativa dei giovani del Circondario imolese con lo scopo di individuare i trend evolutivi delle problematiche rilevate nell’ambito della prima edizione (2011/2012).
Anche questo nuovo rapporto si basa su risposte e dati raccolti attraverso un questionario somministrato fra settembre 2013 e marzo 2014 a un campione di giovani di età compresa tra 16 e 25 anni scelti in modo casuale. Il questionario proposto è analogo a quello utilizzato nell’edizione 2011/2012 con alcune domande aggiuntive, finalizzate a far luce, in particolare, sulle varie modalità utilizzate dai giovani per la ricerca del lavoro.
A distanza di un biennio, confrontando le risposte fornite alla domanda “Cosa fai nella vita?”, risulta in significativo calo la percentuale dei “giovani occupati” (–12% circa) mentre crescono gli “studenti” (+6,5%), i “giovani che studiano e lavorano” (+3,5% circa) e i “non occupati che cercano lavoro” (+2%).
Da questo secondo rapporto emerge quindi che il tasso di disoccupazione giovanile nel Circondario imolese è complessivamente cresciuto, nell’ultimo biennio, di 6 punti percentuali, passando dal 17,3% al 23,4%. Si tratta di un differenziale di crescita tendenzialmente allineato con quello medio Istat rilevato a livello nazionale nel medesimo periodo: + 7,4 % fra maggio 2012 (35,6%) e maggio 2014 (43,0%).
Sebbene il tasso di disoccupazione giovanile nel Circondario mostri ancora oggi un valore (23,4%) solo di poco superiore alla metà di quello medio nazionale (43,0%) i giovani del territorio che “non studiano più e non lavorano ancora” hanno comunque fatto segnare nell’ultimo biennio incrementi significativi (+6%).
Anche nel Circondario imolese, quindi, l’insieme dei giovani che tarda a entrare nel mondo del lavoro ha assunto dimensioni importanti: sul totale della forza lavoro giovanile (studenti esclusi) circa un giovane su quattro non lavora (23,4%) mentre i restanti si dividono in parti uguali fra “coloro che lavorano” e “quelli che lavorano e studiano”.
Per quanto attiene alla formazione scolastica la ricerca ha messo in evidenza che il numero degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado è in diminuzione nei corsi di area umanistica, mentre è in sensibile aumento presso gli istituti professionali e tecnici. Questo incremento potrebbe essere dovuto alla maggiore “spendibilità” della qualifica di tecnico professionale nel mondo del lavoro.
Per quanto riguarda le iscrizioni ai corsi di laurea dell’Università di Bologna attivi preso la sede di Imola i dati sono invece stazionari.
Per indagare la situazione lavorativa dei giovani, il loro approccio al lavoro e le modalità di funzionamento dell’attuale mercato del lavoro il questionario ha posto domande tese a far luce sui “tipi di lavoro svolto” e sulle “tipologie di contratto” maggiormente utilizzate. E’ emersa la seguente situazione: la stragrande maggioranza dei giovani svolge lavoro dipendente, una percentuale nettamente inferiore svolge lavoro autonomo e una frazione non trascurabile di loro indica di essere impegnata in “altro”: sorprende a quest’ultimo riguardo il fatto che alcuni ragazzi considerino paradossalmente alla stregua di un lavoro la ricerca del lavoro stesso.
Per quanto concerne le “tipologie contrattuali” escono ulterirmente rafforzate le tendenze in atto già emerse nella prima edizione della ricerca: ormai solo pochissimi giovani hanno impieghi a tempo indeterminato mentre tutti gli altri lavorano con contratti a tempo determinato o precario (es. contratti di lavoro a progetto o, comunque, a connotazione temporanea).
Alcune domande del questionario sulle aspettative dei giovani sono state poste al fine di comprendere se, e in che misura, lo studio rappresenti una risorsa fondamentale per la crescita culturale e personale di ciascuno, oltre che per la costruzione del proprio futuro in campo professionale. Le risposte fornite confermano che gran parte dei giovani ha una visione positiva sull’utilità della scuola nella vita; una percentuale ridotta si esprime invece negativamente al riguardo e solo pochissime persone non rispondono sull’argomento.
In questo periodo di cambiamento e rinnovamento culturale si è inoltre ritenuto opportuno chiedere ai giovani di formulare previsioni sul proprio futuro professionale tenuto conto dell’attuale periodo di crisi economica e della situazione generale del mondo del lavoro. Le domande sono state poste sia agli studenti che studiano in vista di un lavoro sia ai giovani già inseriti nel mondo del lavoro che aspirano a nuove opportunità professionali. Il 28% spera di trovare un lavoro che sia attinente al percorso di studi intrapreso, altri – e sono la maggioranza (34%) – auspicano di trasferirsi all’estero per studiare o lavorare. Alcuni infine (21%) non hanno elevataspettative nel proprio futuro lavorativo e si accontentano di un lavoro qualsiasi, anche non attinente al proprio titolo di studio. Una percentuale rilevante – il 15% – dichiara purtroppo di non vedere nessun futuro. Questi giovani, forse disillusi a causa dell’attuale grave crisi economica attuale che rende estremamente difficile l’ingresso nel mondo del lavoro, hanno una visione estremamente negativa del proprio futuro lavorativo, nonostante gli interventi a favore dell’occupazione giovanile che Regione e Governo hanno attivato.
Rapporto elaborato a cura del Gruppo Ricerca e Progettazione di Primola ottobre 2014