Un vero terremoto, quello che sta interessando il Pd imolese in queste ore, ‘travolto’ dall’indagine Photored e dalle ‘multe pazze’ emesse da dispositivi che – stando alla Guardia di Finanza – non erano omologati. A seguito della diffusione dei nomi degli indagati, molte sono le reazioni del mondo politico.
Molto pacato il commento dell’indagato più ‘importante’, il sindaco di Imola Daniele Manca. “Non mi pare una notizia quella relativa alla chiusura dell’indagine sugli apparecchi rossotivede, della quale eravamo a conoscenza. Attendiamo i prossimi sviluppi e ci tuteleremo nelle sedi opportune, anche se mi rendo conto che viviamo in un paese in cui l’espressione di fiducia nella giustizia può essere rinnovata anche più volte al giorno. L’unica cosa che mi sorprende è il sequestro degli apparecchi che fino ad oggi hanno rilevato le infrazioni ai semafori, perché ciò significa che a Imola, Castel San Pietro Terme e Dozza, in corrispondenza degli incroci più pericolosi, attraversare con il rosso rischia di diventare un’infrazione non rilevata. Faccio notare che nel 2006 le contravvenzioni elevate sono state 7.453, mentre nel 2013 eravamo già scesi a 3.239 e nel 2014, fino a ieri, 2.279. Mi pare una prova inequivocabile che i fini preposti, la sicurezza, la riduzione dei rischi per bambini e famiglie, l’accresciuto senso civico, sono stati ampiamente ottenuti”.
Simone Carapia, capogruppo Forza Italia a Imola dice di attendere “che la giustizia faccia il suo corso” ma esprime “un giudizio politico estremamente negativo su un modello di governo del centrosinistra schiacciato da indagini e affari poco chiari. Qui non ci si può nascondere, questa è una vicenda tutta locale”.
Anche Michele Facci, candidato al consiglio regionale per Forza Italia, invoca “massima chiarezza” chiedendo l’autosospensione dalle rispettive cariche di sindaco e vicesindaco di Imola. “Quando in un’inchiesta per la collocazione abusiva di Photored lungo le strade di Imola, Castel San Pietro e Dozza vengono coinvolti gli attuali sindaco e vicesindaco di Imola, sette ex-assessori della giunta comunale imolese, di cui uno attuale deputato del Pd, due comandanti di Polizia Municipale e quattro dipendenti del Comune di Imola, incluso il segretario generale e il mobility manager, questo sta a indicare che alla radice della faccenda non c’è l’errore di un singolo o di pochi, bensì una gestione delle politiche sulla viabilità assolutamente inconcepibile. Purtroppo emerge ancora una volta l’indole della sinistra, che vede gli automobilisti come vere e proprie spugne da spremere per fare cassa”, afferma Facci.
Daniele Marchetti, candidato alle regionali per la Lega Nord afferma: “Potremmo trovarci di fronte ad un vero e proprio scandalo che fino ad oggi avrebbe riempito illecitamente le tasche dei Comuni coinvolti e di Area Blu. Dopo il crollo del sistema cooperativo e le grane emerse dalla vicenda Hera, oggi il Partito Democratico potrebbe avere un altro grattacapo. Immaginiamo se tutti gli automobilisti multati facessero ricorso in massa: i responsabili dovrebbero sborsare un fiume di denaro in risarcimenti”.
Il Movimento 5 Stelle Imola annuncia invece una mozione “per chiedere in caso di condanna il risarcimento a tutti gli automobilisti finora illegittimamente multati, e se la maggioranza dirà che il Comune non se lo può permettere risponderemo che il problema non è del Comune, ma degli indagati”.
Mette le mani avanti il sindaco di Castel San Pietro, Fausto Tinti, precisando che “il sequestro degli apparecchi è un provvedimento preventivo, disposto dal Giudice delle indagini preliminari. Non conosco i motivi di questo provvedimento ma ho la piena e totale fiducia nei confronti della magistratura. Tengo inoltre a precisare che a Castel San Pietro non ci sono amministratori né tecnici comunali indagati. Le prime indagini sui dispositivi Photored risale al 2008 e da allora abbiamo preso atto di un’archiviazione, a riprova della regolarità sin qui dimostrata”.