Quanti dubbi sulla 3Elle, un altro colosso della cooperazione imolese che, fino a pochi anni fa, dava lavoro a ben 270 famiglie. La 3Elle ha fatto richiesta di aderire al percorso di concordato preventivo che però non sarà in continuità aziendale ma dovrà essere di tipo liquidatorio. Al timone della 3Elle, notoriamente, c’è ancora Armando Galanti che per oltre 25 anni è stato direttore generale ed è consulente inviato da Legacoop. Tra le altre ‘curiosità’ è anche fratello di Vanes Galanti, alla guida di Cesi per 23 anni, cooperativa finita in liquidazione amministrativa coatta e che dava da mangiare a 400 famiglie senza considerare l’indotto.
Intanto la newco che dovrebbe assorbire il ramo aziendale di 3Elle vede nel consiglio di amministrazione proprio Armando Galanti, affiancato dal Dott. Marguccio Maurizio, gentilmente prestato alla causa da Cefla. E’ normale che chi, in tutta probabilità, ha commesso errori degni di nota in 3Elle, ora venga indicato come la persona ideale per cercare di salvare l’attività?
Tante, troppe ombre che pesano sul destino di una delle realtà vanto del mondo lavorativo imolese: noi, da giornalisti, ovviamente mettiamo in “forse” le notizie che ci giungono da più parti, sempre pronti a garantire il diritto di replica o di smentita. Ma nel frattempo, qualche operazione considerata poco oculata ci permettiamo di segnalarla con la cautela dovuta. Sembra che pochi giorni fa la società Cti srl, piccola azienda di proprietà che produce infissi e facciate continue in alluminio sia stata posta in liquidazione volontaria. Operazione “pilotata” da Galanti e che è costata oltre un milione di euro; e poi investimenti in Slovacchia e in Italia, in partnership con altri imprenditori romagnoli, l’acquisto dello stabilimento C.E.C.I. solo parzialmente utilizzato, l’acquisto di Master per produrre portoni di sicurezza, l’acquisto di una segheria in Bulgaria (in società con COCIF) per produrre legno lamellare, l’acquisto di un rivenditore veneto che pare fosse sull’orlo del fallimento. Insomma, investimenti per circa 30 milioni di euro senza avere dei grandi ritorni in termini di guadagno.
E ancora il progetto di vendita diretta dei prodotti 3Elle, con due punti vendita su tre ancora inattivi in attesa dell’evoluzione della situazione. Dai 250 dipendenti attuali, la newco necessiterà al massimo di 85-90 lavoratori di 3elle ai quali sembra verrà chiesto di sottoscrivere una quota azionaria, ancora da quantificare (ma che oscillerà tra i 5 ed i 7 mila euro) per finanziare la newco stessa. Sorge spontanea la domanda: ma come può un socio 3elle che già ha perso la precedente quota sociale di 46 mila euro, pensare ora di rimettere mano al portafogli per garantirsi il lavoro nella futura società?
Dal 3 novembre scorso, i vertici aziendali avrebbero dato incarico a tutti i capi settore di fare la prima scrematura, mettendo a zero ore o ad un orario molto ridotto (max. 8 ore a settimana) molti impiegati. I vertici aziendali hanno siglato accordi sindacali ove si prevede il passaggio di tutti i dipendenti 3elle nella newco se questi non faranno opposizione scritta al passaggio stesso e, nel medesimo tempo, si adoperano per lasciare intuire che avverrà una sorta di selezione ‘naturale’ che porterà i dipendenti della newco a diventare solo 85-90. Una parodia di errori “scientificamente commessi” cui si aggiunge il fatto che la 3elle ha aderito al concordato preventivo in data 26 settembre scorso, causando la mancata corresponsione dello stipendio relativo al periodo compreso tra il giorno 1 ed il giorno 26 del mese stesso (come da norme vigenti relative alle procedure fallimentari), cosa che non sarebbe accaduta se tale operazione fosse avvenuta ad inizio di qualsiasi mese perché l’azienda è tenuta a corrispondere gli emolumenti a partire dal giorno successivo alla richiesta di concordato preventivo. Ovviamente, in conseguenza del concordato preventivo, i lavoratori non si vedranno neppure corrispondere la parte di tredicesima mensilità relativa ai mesi ed ai giorni antecedenti l’entrata in concordato.
Ci auguriamo che qualcuno voglia smentire o replicare a tutto questo.