IMOLA – Alla fine Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, è arrivato anche a Imola, in visita al centro “La Pascola” dove sono ospitati 30 profughi bengalesi e dopo la sosta alla cantina Terremerse, insieme ad Alan Fabbri candidato alla presidenza della Regione per la coalizione di centrodestra. Ma Imola si dimostra una città pacifica, dove la contestazione non manca di certo, ma nella quale il confronto sa sempre rimanere nei limiti della “civiltà”. Salvini e la delegazione della Lega arrivano in via Bergullo, si prendono qualche insulto, ma tutto resta contenuto. Niente a che vedere con gli scontri di Bologna. Un plauso alle forze dell’ordine per l’ottima organizzazione del servizio di sicurezza ma anche ai manifestanti che hanno saputo – e di questo eravamo certi – mantenere la calma e manifestare il proprio dissenso in maniera tutto sommato composta (data la situazione di tensione generale) anche se talvolta un po’ sopra le righe, come del resto era prevedibile. La democrazia e il diritto di manifestare appartengono a uno Stato libero e oggi Imola ha dimostrato di essere una città libera dove la violenza è stata messa al bando. Come giornalisti siamo lieti di poter documentare una protesta forte ma che nello stesso tempo non è sfociata in atti violenti. Perché la violenza è sempre da condannare, da qualunque parte essa arrivi. Ma quando c’è da elogiare, non ci tiriamo certo indietro. E Imola, anche stavolta, ha dimostrato di essere all’altezza anche delle situazioni più difficili. (Brigida Miranda)