Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo Forza Italia Imola
IMOLA – Apprendiamo con vivo stupore che i 30 profughi giunti alla Pascola arrivano dal Bangladesh, Paese notoriamente ‘in guerra’, visto che l’ultima guerra di liberazione risale al 1971 e con una forma di governo notoriamente dittatoriale quale la “Repubblica popolare”. Un Paese che nel 1991 ha eletto perfino la prima donna Primo Ministro. Insomma, proprio un Paese da cui scappare… E quindi, in attesa della richiesta d’asilo che dovranno produrre e che sarà valutata da una commissione ad hoc, ipotizziamo che queste 30 persone stiano scappando da una condizione di assoluta “invivibilità”…
I 30 profughi costeranno alle casse del Ministero (dunque alle nostre tasche) 34 euro al giorno, dunque 30mila 600 euro al mese, risorse che tranquillamente serviranno alla cooperativa il Solco per pagare l’affitto di 1600 euro al mese e garantire alloggio e viveri a questi migranti. Abbiamo trovato anche il modo di riaprire le strutture in disuso dell’Ausl, basta accoglierci dentro 30/40 profughi e il problema è risolto! E magari rimpinguiamo un po’ anche i bilanci della cooperativa che non guasta mai…
L’ironia è l’unica cosa che ci resta davanti a queste situazioni anche di dubbia legittimità. Da cosa stanno scappando queste 30 persone? Quando si parla di ‘rifugiati’ ci si aspetterebbe persone che arrivano da Paesi in grave situazione di crisi internazionale, come la Siria, i territori dove l’Isis sta mietendo vittime innocenti. Ora impariamo che li accogliamo da tutto il mondo, anche dalle Repubbliche popolari… tra un po’ li prenderemo pure dalla Repubblica popolare cinese, tanto il criterio di accoglienza ormai sembra non esistere più. Solo in seguito, infatti, sarà vagliata la richiesta di asilo politico, quando già il termine “profugo” dovrebbe indicare in sé la condizione di qualcuno che scappa dal suo Paese per una guerra, o perché perseguitato per motivi politici… A questo punto sorge spontaneo il dubbio che queste persone siano davvero ‘profughi’ e non perché vogliamo mettere in forse le storie personali di questi migranti che probabilmente non ne hanno colpa, ma solo per evidenziare che l’operazione “Mare Nostrum” ormai è completamente fuori controllo, gestita malissimo e sta comportando un’emorragia di risorse pubbliche che andrebbero immediatamente destinate alle famiglie e alle imprese italiane. Non esiste un protocollo internazionale che identifichi i Paesi “problematici”? Perché se queste persone arrivano da Paesi “vivibili” è giusto che tornino lì… Ma siccome questo Governo italiano si è fatto mettere i piedi in testa dall’Europa e si fa poco rispettare anche a livello internazionale, ormai abbiamo perso completamente la speranza…
Simone Carapia
Capogruppo FI Imola e Nuovo Circondario Imolese