Se non ci è scappato il morto è solo una questione di fortuna. Lo ribadiscono tutti oggi, prendendo coscienza di una tragedia sfiorata che l’impetuosità del Santerno e di altri rii affluenti avrebbe potuto provocare in un attimo.
“Pensiamo se la piena fosse arrivata durante il Crame o se le persone le cui abitazioni si sono allagate si fossero trovate in quel momento al pian terreno. Oggi non facciamo conti, per fortuna, né con feriti e né con morti, ma l’allarme va lanciato ugualmente e con la stessa sollecitudine, come fa anche Claudio Miccoli, del servizio tecnico di Bacino della Regione. I soldi non ci sono e quindi si ammette, candidamente, che la manutenzione è carente, gli argini spesso vengono abbandonati a loro stessi e il corso dei fiumi non può essere più tenuto sotto controllo. Dunque, cosa fare? Noi chiediamo immediatamente che tutti questi aspetti diventino una delle priorità nel programma di governo di tutti i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna. Proprio ieri, in sede di assemblea dei capigruppo del Circondario imolese, ci siamo accorti che dalla Regione, per il dissesto idrogeologico, sono arrivati per quest’anno poco più di 4mila euro. Nemmeno un’elemosina. Chiediamo dunque al presidente del Circondario, Daniele Manca, con delega ai Rapporti con la Regione, di intervenire affinché l’erogazione di risorse per arginare questi fenomeni sia costante e non avvenga solo dopo che è scattata l’emergenza. Soprattutto che queste risorse siano adeguate ai problemi e non vengano erogate a mo’ di presa in giro”, commenta Simone Carapia, capogruppo Forza Italia Imola e Nuovo Circondario.
Sulla questione interviene anche l’avvocato bolognese Michele Facci, prossimo candidato per Forza Italia al consiglio regionale, sempre attento alle tematiche del territorio imolese.
“Nella prossima legislatura il tema del dissesto idrogeologico e della cura del territorio deve essere un impegno serio da assumere indipendentemente dai colori politici. Tutti coloro che operano nelle Istituzioni devono farsi carico di una responsabilità precisa, quella di sollecitare e mettere in pratica interventi puntuali sul dissesto idrogeologico ma anche quella di dire ‘basta’ al consumo incondizionato di suolo che negli anni ha permesso di edificare sempre più a ridosso degli argini. Politiche inadeguate che ora, inevitabilmente, si scontrano con la forza della natura che adesso possiamo solo imparare a gestire al meglio. Proprio oggi il collega Carapia mi riferisce della cifra di 4mila euro stanziata dalla Regione per il dissesto idrogeologico e che compare nel bilancio del Circondario. Una cifra che oggi, considerati i danni provocati ovunque dall’alluvione, suona come uno sberleffo e che rende l’idea della poca attenzione che questa Regione finora ha riservato a uno dei settori cardine per la tutela del territorio e delle popolazioni. Bisogna inaugurare una nuova era, l’era della prevenzione e della messa in sicurezza del territorio, senza più attendere le emergenze e, ancor meno, le tragedie”, conclude Michele Facci.