Tommaso Ghirelli, nato a Rocca San Cassiano provicia di Forlì-Cesena che salvo errori è parte del territorio nazionale, è a tutti gli effetti cittadino italiano.
Pretendere come fa il rappresentante dell’ UAAR di tappargli la bocca in quanto “non laico” la dice lunga sul concetto di libertà di espressione che alberga in certe frange di nostalgici difensori di una società svincolata da qualsiasi riferimento sia esso di fede o di credo politico.
Quanto scritto dall’ UARR a proposito delle sacrosante parole del Vescovo di Imola fa chiaramente intendere che a Roberto Vuilleumier importa assai poco entrare nello specificità del richiamo vescovile. A costui interessa rinfocolare l’odio viscerale che ha in corpo verso chi ha una fede soprattutto se cristiana.
Perché un Vescovo dovrebbe starsene zitto chiuso nella sua sacrestia seppur dorata?
Ritiene o no il nostro contestare di giornata che l’Islam sia un reale pericolo per la libertà di scelta religiosa di ogni cittadino?
Discutiamo pure, allarghiamo il discorso agli altri aspetti sollevati da Vuilleumier, ma facciamolo con il desiderio di ascoltare le opinioni diverse nel rispetto di tutti anche se queste appartengono ad un “non laico”.
Quanto alla posizione del Vescovo mi piacerebbe dissertare su un aspetto che si da per scontato ma che tale non è perché mi domando se esista un Islam moderato col quale dialogare col desiderio di ascoltarsi ed accettarsi diversi.
Faccio fatica a pensare che tra i fedeli del Corano ci sia qualcuno disposto ad accettare che una persona possa liberamente abbracciare una fede diversa dalla sua. Troppi sono gli esempi che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente che mettono ben in chiaro l’intolleranza di questa religione verso le altre: in Siria, in Irak e in tante parti del modo, l’Islam sta producendo una serie di delitti verso il popolo quasi sempre cristiano che dovrebbe essere denunciato con forza come ha finalmente e con coraggio fatto Mons. Ghirelli assumendosi la responsabilità di surrogare il colpevole silenzio della politica.
Altro che mettersi qui a dissertare sui presunti diritti civili negati dai Vescovi quei presunti diritti che se ben osservati sono tra le cause disgregatrici della nostra società sempre più votata alla difesa degli interessi del singolo per il quale vengono sempre più prima i diritti dei doveri verso la comunità.
Proviamo ad immaginare anche solo qui ad Imola se non ci fosse la Chiesa, la Caritas, il Banco Alimentare, tanti Istituti religiosi che senza chiedere nulla in cambio assistono quotidianamente chi ha bisogno, compresi i tanti immigrati islamici che arrivano in città surrogando quello che dovrebbe essere il compito dell’amministrazione comunale impossibilitata a dare una risposta seppur minima.
Ma questo a Vuilleumier pare interessare assai poco anzi tutte realtà da azzerare verso una società finalmente atea, agnostica e relativista dove l’individuo singolo deve potere fare sempre e comunque quel che gli pare.
Alessandro MIRRI